IIVII, Invasion
Secondo lavoro “ambient” in solitaria per Josh Graham (A Storm Of Light), artista iperattivo ed eclettico per il quale abbiamo sempre tradito una preferenza. Colony era stato un’avventura sconfortante nello spazio, Invasion è autoesplicativo al massimo sin dal titolo e dall’artwork, come sempre curato da Graham stesso, che come grafico per clienti ha Soundgarden e Neurosis. In pratica Josh sta spedendo un messaggio al mondo del cinema, perché pare chiaro che gli piacerebbe misurarsi con qualcosa con un po’ di budget e di grandeur: utilizza basse frequenze come granate, percussioni come annunci di guerra, cita con senso della misura compositori hollywoodiani, mischia classico e moderno, potenza e melodia. L’ascolto è uno spasso per tutto il tempo: IIVII è intrattenimento nel senso buono del termine, perché quando vai a vedere – un esempio tra mille – “Pacific Rim”, lo fai per divertimento, del resto non di sole profondissime e sofferte riflessioni esistenziali vive l’uomo. Rispetto al suo predecessore, mi pare che Invasion indugi meno sul tributo all’elettronica primigenia e sia più aggressivo, soprattutto per le esigenze della “sceneggiatura” che Graham si è autoimposto, volendo raccontare la storia di un popolo alieno che scende sulla Terra a farci il culo e mettere su casa, dato che il suo mondo non esiste più. Unico difetto che trovo sempre è la troppa pulizia anche quando si vuole essere sporchi, ma al termine dell’ascolto tutto è perdonato.
Nel momento in cui andiamo on line, tutto il disco è in streaming qui.