I Rorcal, l’Helvete Underground e la scena estrema svizzera
Dei Rorcal abbiamo già parlato più volte, soprattutto perché rappresentano alcune delle caratteristiche da sempre vicine al nostro sentire: la voglia di andare oltre gli steccati di genere, l’amore per le atmosfere cupe e al contempo per la sperimentazione sonora, in breve la capacità di unire estremismo sonoro e ricerca di nuovi orizzonti, recupero delle proprie radici e desiderio di non trasformarle in una gabbia. Riprova di quanto detto è la presenza di due ospiti a noi altrettanto vicini come KK Null e Process Of Guilt sul recente disco live, il che ci offre lo spunto per questa chiacchierata. Vista, poi, la nostra partecipazione come media partner al festival Helvete che Bruno (bassista della band) ha organizzato e fortemente voluto, abbiamo deciso di approfondire con lui anche questo evento che si svolgerà a Ginevra tra meno di un mese.
Ciao Bruno, mi fa piacere parlare di nuovo con te, cosa è successo dalla nostra ultima intervista ai tempi dell’uscita di Világvége? Mi sembra che l’ultimo periodo sia stato quanto mai pieno per la band…
Ciao! Sì, l’anno scorso, dopo l’uscita di Világvége, è iniziato un periodo decisamente impegnativo. Il nostro primo cantante ha lasciato la band poco dopo l’uscita del disco. Così ci siamo trovati a correre per trovare un sostituto visto che stava per iniziare il tour. Da lì in poi, praticamente, siamo stati sempre in giro a suonare. A essere onesti, non siamo mai stati una band pigra. Parlando con gli altri un paio di settimane fa ci siamo accorti di non esserci mai fermati tra registrare dischi e suonare dal vivo da quando siamo nati nel 2006, il che è davvero una cosa buona e di cui non ci lamenteremmo mai, ma ora stiamo pensando di tornare in cantina per registrare nuova musica, lontani dalla strada e prendendoci un po’ di tempo per la prima volta. O almeno proveremo a farlo.
Világvége ha rappresentato un passo importante per voi, è stato realizzato in vinile, cd e cassetta, lo avete suonato moltissimo dal vivo e in più ora avete deciso di pubblicare un live che lo ripercorre per intero. C’è una ragione specifica per cui vi sentite così fortemente legati a questa release, a parte ovviamente il trattarsi di un ottimo album? Credete che rappresenti la fine di un percorso e un obbiettivo speciale per i Rorcal?
Personalmente, considero ogni nuovo disco come il raggiungimento di un traguardo, non è così solo con Világvége. Heliogabalus era già un grosso passo in avanti e Világvége è solo un altro tassello nel nostro percorso. È stata più che altro una combinazioni di eventi a permetterci di realizzare differenti versioni del disco, dal vinile al cd e alla tape e, ora, al live. Ovvio che questo album ci piace molto, ma siamo anche eccitati da quello che accadrà da qui in poi.
Se non mi sbaglio, la versione digitale del live contiene l’intero concerto, mentre il vinile 12” conterrà solo il finale con gli ospiti sul palco, giusto? Ti va di fornirci qualche dettaglio sulle differenti versioni?
Abbiamo registrato questa versione live ad aprile 2013 durante il release party nella nostra città. La versione fisica consiste in un vinile 12” a centottanta grammi: il lato A contiene le ultime due tracce dello show e il lato B porta impresso il logo della band. Poiché avevamo registrato l’intero concerto, abbiamo deciso di offrire la versione completa in digitale a chiunque fosse interessato e di incidere su vinile solo il culmine della serata. Soprattutto perché la traccia finale è venuta molto più dura di quella in studio.
Avete avuto con voi un paio di ospiti importanti, chi sono e come è nata l’idea?
Sì, abbiamo avuto il privilegio di essere affiancati da due ospiti incredibili nell’ultima parte del concerto. Più di tutto, è stata un’esperienza grandiosa condividere il palco con due artisti di così gran talento, come anzitutto Mister Kazuyuki Kishino! KK Null è una leggenda vivente per alcuni di noi ed è stato un vero onore averlo a bordo per contribuire con il suo impressionante muro di noise e drone. Tutto è cominciato con una mail: “Hey Mister Kazuyuki, vorresti contribuire a un nostro brano?”. E la risposta è stata un semplice “sì”. Tutto qui. Per rendere il tutto ancora più rumoroso abbiamo chiesto ai nostri amici Process Of Guilt, che in quel momento erano in tour, di contribuire con chitarre e basso “addizionali”. Il risultato secondo me è una delle creature più devastanti che abbiamo mai prodotto dal vivo.
Come avete interagito sul palco e che impatto hanno avuto sulla vostra musica?
Non voglio analizzare troppo la musica, ma il suono dal vivo, sul pavimento, era così profondo e forte che avevamo tutti un enorme sorriso di soddisfazione mentre facevamo uscire le note quanto più basse e pesanti potessimo. Kazuyuki stava dietro a tutti noi, sul palco, circondato dalla nebbia e luci rosse e bianche, mente faceva fuoriuscire l’inferno dalla sua strumentazione. Una figura imponente e imperiosa. Dovete assolutamente guardare il video per farvi un’idea di persona.
Sembra che vogliate chiudere una stagione e siate pronti per aprirne una nuova con un salto deciso nel futuro. Avete già qualche idea o progetto su cosa accadrà da ora in poi?
Sì, stiamo ufficialmente chiudendo il capitolo Világvége con il live e il nuovo split che realizzeremo ad ottobre, sempre coi nostri amici Process Of Guilt. Abbiamo di sicuro delle idee ma per ora preferiamo tenerle segrete. Dovrete essere pazienti.
Il live è stato registrato durante lo show di presentazione di Világvége a Ginevra, cosa ricordi di quella sera? Vi sentite particolarmente legati alla vostra città e alla vostra scena locale?
Mi ricordo di una gran serata. Non tantissima gente, anche se non suonavamo a casa da più di un anno, ma davvero una serata fantastica. Che dire della scena locale? La scena di Ginevra non è così grande, ma è davvero ricca, con band di ogni genere: post-rock sludge, stoner, black metal, hardcore, punk e grindcore. Quasi tutti si conoscono e molti suonano in band differenti nello stesso periodo. Non posso dirti che abbiamo un legame speciale con la nostra città, ma abbiamo alcuni amici stretti che suonano o suonavano in band eccezionali come Impure Wilhelmina, Wardhill, Mumakil, Knut o Coilguns, solo a citarne alcune.
Tu in particolare sei anche parte attiva della tua scena locale: organizzi concerti e porti avanti un’agenzia di booking (la Drone To The Bone). Credo sia un buon modo per vivere i due lati della barricata come musicista e come organizzatore di eventi, che ne dici?
Questa è la mia cosa, nulla a che vedere con i Rorcal, anche se a volte aggiungo la mia band al bill. Per la storia, ho iniziato ad organizzare concerti con Diogo nel 2001. Da allora, molto tempo è passato e molte cose sono cambiate nella scena. Ad un certo punto ero stufo e ho deciso di lasciar perdere, ma cinque anni fa mi sono accorto che mi mancava qualcosa e ho ripreso. Finora ho curato serate di nomi quali Sourvein, Cough, Saviours, Church Of Misery, Eagle Twin, The Secret, Hexis, Ash Borer, Sub Rosa e tonnellate di altre band fantastiche. Mi piace stare dall’altra parte della barricata come dici tu, l’essere anche in una band mi aiuta a capire di cosa ha bisogno una band e di come accoglierla al meglio.
Quali credi siano gli aspetti più importanti che un promoter/agente dovrebbe tenere in considerazione quando si occupa di una band, così come un locale quando la ospita? Credo che in tour con i Rorcal in giro per l’Europa tu abbia avuto occasione di confrontarti con differenti situazioni, quali le cose migliori e quelle peggiori che ti sono capitate?
Non pretendo di impartire lezioni a qualcuno, ma di sicuro la cosa più importante come promoter, almeno nella mia opinione, è che devi essere davvero convinto di quello che stai facendo. Organizzare uno show è semplice, ma la trappola sta nell’enorme quantità di energia e tempo che devi investire per promuoverlo e per far si che la gente partecipi, oltre a far sentire sia chi suona sia chi assiste a suo agio nella situazione. Alcuni giovani promoter si dimenticano che Facebook non è il solo mezzo per promuovere un concerto. Non pretendo di essere il migliore, ma ritengo che unire internet con la vecchia scuola, cioè che il distribuire volantini ai concerti e in giro sia parimenti importanti per portare le possibilità a tuo favore e più persone alla serata. Il che è anche parecchio duro oggi a Ginevra. Per quanto riguarda i Rorcal, ci siamo trovati a suonare in posti enormi davanti a tre persone: quando abbiamo parlato con loro, abbiamo scoperto che non era stata fatta alcuna promozione. Inoltre, a volte i promoter si dimenticano che hai sulle spalle un lungo tragitto e che andare in tour non è sempre una vacanza o tutto divertimento, eppure a volte ti offrono solo una pasta fredda quando nel locale fanno meno cinque gradi. Avremmo tonnellate di storie più o meno piacevoli da raccontarti. Per fortuna, la maggior parte dei promoter che abbiamo utilizzato si sono dimostrate persone fantastiche e ci hanno trattato davvero bene, facendoci sentire in famiglia.
Sei anche impegnato nell’organizzare un grosso festival (Helvete), di cui siamo media partner, ti va di dirci come è nata l’idea e come stanno andando le cose?
Ho pensato a questo festival per molto tempo. Avevo già in mente la line-up uno o due anni prima che mi decidessi a realizzarlo e un giorno mi sono deciso a farlo davvero. Ho deciso un budget, contattato le band che avevo in mente, ottenuto risposte positive da chiunque volevo coinvolgere e ho trovato velocemente il posto. La parte dura è stata non avere alcun finanziamento dalle istituzioni, benché in Svizzera ci siano parecchi possibilità di ottenere sponsorizzazioni di questo tipo per festival e tour. Comunque, il festival avverrà tra meno di un mese e non vediamo l’ora. Anche se i soldi saranno un problema, dobbiamo continuare a lavorare sodo e mantenerci positivi. La cosa impressionante è che abbiamo venduto biglietti in ogni parte del mondo, Europa centrale, orientale, occidentale e persino Scandinavia, Stati Uniti, Canada e anche Nuova Zelanda. Non vedo davvero l’ora.
Hai scritturato per il festival alcune delle più interessanti realtà attualmente attive nel tuo Paese, ti va di presentarcele?
Sono incredibilmente orgoglioso di questa line-up, sono particolarmente onorato della partecipazione dei Darkspace, visto quanto sono selettivi e quanti pochi concerti suonano. I Bölzer sono tra i miei preferiti in cartellone ed è eccitante avere i Borgne dopo quindici anni di attività. Tra le nuove band sono davvero felice di avere Cendres De Haine ed Euclidean, che debutteranno dal vivo. Così come i Supayniyux, di origini ecuadoriane e di recente stabilitisi a Ginevra, e gli Eggs Of Gomorrh, che offriranno con buona probabilità la performance più estrema dell’intero festival, con il loro black-metal feroce. Un sampler con tutte le band è presente sul sito del festival, se siete curiosi di ascoltarle.
Grazie mille per il tuo tempo, concludi come vuoi e fornisci ai nostri lettori i contatti per Rorcal, Drone To The Bone ed Helvete…
Grazie a te per l’interesse e per la bella intervista. Tutto quello che riguarda i Rorcal, compresa la discografia in streaming e molti download, si trova qui. Per Drone To The Bone è tutto sul sito. E potete sapere tutto ciò che dovete sull’Helvete e su una buona parte della scena black metal svizzera qui. Grazie ancora per l’aiuto.