I dischi di Neu Radio: Kevin, Caleb, Lindsey, Fay, Camae e delle papere
Ecco cosa gira nella redazione di Neu Radio.
Alberto Simoni, Area Contaminata > THE BUG, Fire (Ninja Tune, 2021)
Nuovo album per Kevin Richard Martin con il moniker The Bug che riflette l’anima più noise del produttore inglese, in contrapposizione alle sonorità più riflessive di altri suoi progetti quali King Midas Sound o i lavori che fa uscire con il suo nome di battesimo.
Fire rappresenta il vertice del progetto The Bug, nonché una delle massime espressioni della cosiddetta bass music. In questo album Kevin Richard Martin riesce a fondere in maniera perfetta il suono sperimentale industrial/noise, suo marchio di fabbrica, con le parti vocali affidati a vari ospiti quali: Flowdan, Roger Robinson, Moor Mother, Logan ecc. dalle quali traspare la rabbia per questi ultimi anni di divisioni politiche e sociali.
La Totta, Uniquest > CALEB LANDRY JONES, Gadzooks Vol. 1 (Sacred Bones, 2021)
Se qualcosa o qualcuno è in grado di riportarmi alle atmosfere di Sgt. Pepper per me ha già fatto una magia. Se si tratta di un artista poliedrico che mentre ha pubblicato due album in un anno ha anche vinto il premio come miglior attore a Cannes, mi sembra straordinario. Un incontro casuale con Jim Jarmusch lo ha portato nell’orbita della Sacred Bones, che ha pubblicato l’album di debutto del 2020 The Mother Stone. Gadzooks Vol. 1, secondo lavoro di Caleb Landry Jones, prodotto da Nic Jodoin (Black Rebel Motorcycle Club, The Black Lips), prosegue meglio lungo la direzione intrapresa, viaggiando tra visioni psichedeliche e teatralità circense, onirismi e luccichii glam alla T.Rex. Uno stravagante dandy che passa dalla gioia alla disperazione, dall’orrore all’umorismo disinvolto: come un’estensione dei ruoli che l’attore e autore ha interpretato, si susseguono personaggi surreali e colpi di scena in un regno sonoro ricco e strutturato che trasmette la sensazione di ascoltare una produzione teatrale o cinematografica. Non è raro che un attore si cimenti nella carriera di musicista, ciò che è raro e che va riconosciuto a Caleb Landry Jones è il fatto che non solo sta esplorando musicalmente diversi terreni in termini di suoni psichedelici, ma sta reinventando quei suoni in un modo che sembra sempre nuovo e personale. Pronti a partire?
Enzo Baruffaldi, polaroid – un blog alla radio > DUCKS LTD., Modern Fiction (Carpark Records / Royal Mountain Records, 2021)
Bastano pochi secondi dell’attacco di questo album per avere già un’idea abbastanza precisa di quello che ci aspetta. Una chitarra tagliente rivela all’istante le proprie influenze: dal classico pop irregolare neozelandese di Clean, Chills o Verlaines alle frenesie dei Feelies; dalle chitarre scintillanti dei R.E.M. alle raffinatezze dei Go-Betweens. Eppure, in questo debutto intitolato Modern Times, i canadesi Ducks Ltd. mostrano un talento non comune nel riuscire a non cedere mai alla semplice imitazione. Le ispirazioni dichiarate restano tali, ma questo suono brilla di luce propria, con una profondità, una tesa accuratezza e una pura e semplice voglia di divertirsi che lasciano incantati.
Il duo di Toronto è formato da Tom McGreevy e Evan Lewis: il primo scrive i testi, canta e suona chitarra e tastiere, mentre il secondo programma la batteria e suona il basso. Ogni tanto interviene la band dei The Beths per dare una mano in qualche coro.
Modern Times racchiude in dieci canzoni una quantità smodata di melodie a presa rapida, un’urgenza irrefrenabile fatta di ritmi trascinanti, ritornelli euforici e testi consapevolmente e ostinatamente nichilisti, rapide istantanee della contraddittoria vita sotto il capitalismo. Anche per questo, forse, il jangling-pop dei Ducks Ltd. non cede al lato più twee di questa musica, ma preferisce uno slancio più incline a un post-punk asciutto e spigoloso, quanto mai impetuoso ed efficace.
Giovanni Gandolfi, Tinnitus > SNAIL MAIL, Valentine (Matador Records)
La ventiduenne Lindsey Jordan, di stanza nell’East Village a New York, è diventata una delle artiste indie rock più strazianti in circolazione, scavando nelle parti belle e brutte dell’essere giovani, sensibili e innamorati. Col suo nome d’arte di Snail Mail aveva già pubblicato nel 2018 l’esordio Lush e con questo secondo album, pubblicato dalla Matador Records ed intitolato Valentine, continua sul tema attraverso 10 nuove canzoni che hanno già catturato l’attenzione della critica specializzata e l’hanno portata sulla copertina dell’NME.
Gabriele Savioli, Poptones >
FAY HALLAM, Modulations (Suit Yourself Records, 2021)
Nuovo album per la cantante ed organista Fay Hallam, la soul queen di Wolverhampton, da tantissimo tempo figura cardine del suono Sixties beat inglese a forti tinte soul e rhythm’n’blues, prima con i Makin’ Time, poi con Prime Movers, Phaze e infine con il suo Fay Hallam Group.
Modulations, registrato durante il lockdown del 2020, è un album interamente strumentale composto da Fay insieme al bassista Andy Lewis, qui in veste anche di produttore. L’album è un insieme di soul, cool jazz, lounge, oltre alle più classiche tracce groove nelle quali è l’Hammond di Fay a farla da padrone. In alcuni brani Fay rivisita il proprio passato, naturalmente in chiave strumentale, altri sono stati composti appositamente per questa raccolta; uno di questi è l’opening track intitolata “Long Strides”.
MOOR MOTHER, Black Encyclopedia Of The Air (Anti-, 2021)
Moor Mother è una voce essenziale, in tutti sensi, anche il suo utilizzo nell’incrocio tra poesia, noise, jazz, hip-hop e musica elettronica. Farne giustizia in due righe è un po’ difficile, ma è importante comprendere che ciò che fa è indispensabile per stimolare idee nei generi e nella scena musicale di cui è parte integrante. E alla fine, comunque, rimane in un mondo tutto suo.