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I dischi di Neu Radio: Fontaines D.C., Maria Chiara Argirò, Adigéry/Pupul e i Porridge Radio

A questo giro, da Neu Radio arrivano due cose elettroniche e due indie.

Igor Marino, Cold Wave > FONTAINES D.C., Skinty Fia (Partisan Records, 2022)

Dopo due anni di pandemia e di isolamento forzato, i dublinesi Fontaines D.C. pubblicano la loro terza prova sulla lunga distanza, che, ad un primo attento ascolto, sembra a pieno titolo essere il loro (fino ad oggi) capolavoro, intriso com’è di malinconia ed oscurità, oltre che ben lontano dal post-punk degli esordi.
L’atmosfera è inquieta, buia, a volte quasi funerea, come se a pervadere il nuovo e più articolato sound della band irlandese fosse un profondo senso di colpa per una terra, l’Irlanda, così amata ma anche così tradita. Le chitarre fragorose lasciano spesso e volentieri spazio a più accurate riflessioni, a una profonda introspezione, il tutto sciorinato con un lirismo e con un’ispirazione che qui sono ai massimi livelli. Insomma, i Fontaines D.C. ci regalano un masterpiece di cui, in questi tempi così incerti, avevamo francamente bisogno. Viva l’Irlanda e viva Dublino.

Luca Garuffi, Stagione Zero > MARIA CHIARA ARGIRÒ, Forest City (Innovative Leisure, 2022)

Pianista e compositrice italiana trasferitasi a Londra da anni, è entrata nel giro del nuovo UK Jazz (l’ho notata per via delle sue collaborazioni con i Kinkajous, per poi scoprire che ad esempio aveva suonato anche coi These New Puritans). Appena uscito su Innovative Leisure, Forest City sposta la percezione di Maria Chiara Argirò, spingendola verso l’elettronica (anche cantata), a volte algida, a volte sofferta, a volte oscura, con influenze tipo certi Radiohead elettronici o Jon Hopkins.

Betta e Banderas, Paradisco > CHARLOTTE ADIGÉRY & BOLIS PUPUL, Topical Dancer (DEEWEE, 2022)

La cantante e il producer belgi sono al debutto come coppia artistica, prodotti dalla DEEWEE, l’etichetta dei Soulwax.
Charlotte sfoggia tutto il suo patrimonio culturale e linguistico: canta in francese, inglese e creolo, padroneggia la voce, divertendosi tra giochi e ridondanze mentre ci parla di razzismo, diritti di genere e rivendicazioni.
Bolis Popul, più dedito a sonorità cosmiche, quasi siderali, nella sua versione solista – penso al singolo “Moon Theme/Sun Theme” – è irradiato dalla presenza generatrice e materna di Charlotte, proprio come si vede nella copertina dell’album. Così, come due ballerini professionisti, i due si divertono a prendere forme diverse ad ogni traccia di questo fervido album in cui nessun brano somiglia al precedente.

Enzo Baruffaldi, Polaroid – Un Blog Alla Radio > PORRIDGE RADIO, Waterslide, Diving Board, Ladder To The Sky (Secretly Canadian, 2022)

Every Bad, secondo album dei Porridge Radio, doveva essere per la band di Brighton quello della definitiva consacrazione, del passaggio da piccolo fenomeno del passaparola lo-fi a ad astro nascente di livello internazionale. In un certo senso lo è stato, quanto meno dal punto di vista della critica e dell’hype, ma l’uscita del disco nel marzo 2020 è coincisa con lo scoppio della pandemia, così sono stati bloccati sul nascere tour, festival, promo e concerti. I Porridge Radio hanno vissuto gli ultimi due anni con sentimenti contrastanti, senza poter cogliere fino in fondo, “in real life”, il loro meritato successo. C’erano dunque molte e comprensibili aspettative sulla loro nuova prova, Waterslide, Diving Board, Ladder To The Sky, e possiamo dire che si tratta di una rivincita trionfale. Come ha spiegato la band, questo disco è il suono di qualcuno che si ritrova ormai più vicino ai trenta che ai venti, che si mette a nudo e racconta come si sente in questi anni confusi e frustranti, affrontando delusioni d’amore e cercando di capire come trovare un posto nel mondo, senza illudersi di ricevere troppe risposte. Protagonista assoluta di questo disco è la cantante Dana Margolin, che appare più sicura e matura pezzo dopo pezzo e la cui intensità emotiva è ormai paragonabile a quella di Sharon Van Etten, Mitski, Big Thief o Flowers.

Il suono dei Porridge Radio mescola come sempre impeto post-punk con leggerezze indiepop e attitudine pungente indie rock, ma in quest’album raggiunge una grandiosità, una crudezza e una semplice potenza che ancora non erano state conquistate. Un ascolto che potremmo definire, con una sola parola, davvero catartico.