I dischi di Neu Radio, che sta con Sam Smith, ma anche con En Attendandt Ana, Key Glock, Tolouse Low Trax e Bono/Burattini
A questo giro Neu Radio la butta sul pop.
Enzo Baruffaldi, memoria polaroid – un blog alla radio > EN ATTENDANT ANA, Principia (Trouble In Mind Records, 2023)
Gli En Attendant Ana sono un quintetto parigino che suona un indiepop colto e raffinato, in parte ispirato alla ricerca degli Stereolab e delle Electrelane, in parte erede della suadente tradizione degli chansonnier e in parte innamorato delle linee più libere e aperte del jazz.
La band francese arriva ora al terzo album, intitolato Principia e pubblicato dall’etichetta di Chicago Trouble In Mind Records. Principia rappresenta un importante punto di svolta nel percorso di maturazione degli En Attendant Ana, espandendo e perfezionando ulteriormente la felice fusione tra intellettuali sperimentazioni e dolcezze pop.
Guidata dalla voce radiosa e sicura di Margaux Bouchaudon, principale autrice delle canzoni, la band francese sa costruire canzoni tanto docili quanto inquietanti, languide oppure scontrose. Gli En Attendant Ana raccontano di avere composto questo nuovo album “da un punto di vista carico di confusione sullo stato del mondo e sul nostro ruolo dentro di esso, andando in cerca di risposte tanto all’esterno quanto all’interno di noi stessi”.
I testi parlano del collasso sociale, dell’inesorabile consumismo, delle aspettative troppo alte che assillano la nostra quotidianità e del nostro bisogno di fuga. Eppure, gli En Attendant Ana sanno affrontare questi argomenti pesanti con un tocco lieve, senza cedere al dramma e alla tristezza, ma consapevoli quanto basta per riconoscerne e denunciarne la presenza e l’influenza.
Nell’esplorazione estesa di Principia troviamo alcuni punti fermi: la tromba e il sassofono del polistrumentista Camille Frechou; certe chitarre quasi velvetiane; certe propulsioni ritmiche kraut, che all’occorrenza sanno trascinare il suono verso un martellante rumore. Ma quello che si può definire come vero ed eclatante elemento distintivo di questi “nuovi” En Attendant Ana è la disinvolta competenza con cui, all’interno di un album coeso e compatto, sanno dispensare eleganza e fascino in forma di pop.
Malcolm Simoni, No Cap > KEY GLOCK, Glockoma (2023)
Quarto album ufficiale di Markeyvius LaShun Carthey in arte Key Glock, rapper di Memphis in attività dal 2017 sotto l’etichetta Paper Route Empire fondata dal rapper defunto Young Dolph. L’album, prodotto da Tay Keith, King Ceeo e BandPlay, è caratterizzato da suoni trap minimalisti classici dei rapper di Memphis. Si può notare nei testi e dal flow utilizzato la grande influenza di Young Dolph.
Laura Marongiu, Solaris > TOLOUSE LOW TRAX, Leave Me Alone (Bureau B, 2023)
Leave Me Alone è il quinto album in studio di Detlef Weinrich, in arte Tolouse Low Trax. Ex resident del celebre club di Düsseldorf “Salon des Amateurs” (insieme ad altri fuoriclasse della scena elettronica internazionale come Lena Willikens e Vladimir Ivkovic), Toulouse Low Trax ha prodotto un disco dall’elettronica giocosa, che decostruisce e ricostruisce i classici ritmi da club, giocando con la dub, il funk e sfumature jazz. Su questo tessuto sonoro si installano in alcune tracce le performance vocali del poeta e artista multidisciplinare francese Fran e della “nostrana” Eva Geist (che in “Ossia” recita un testo di Pasolini).
La Betta, Paradisco > SAM SMITH, Gloria (Capitol, 2023)
Molte artiste e artisti contemporanei hanno denunciato le condizioni contrattuali attuali di chi fa musica: un disco viene prodotto e distribuito solo se adatto a piattaforme come TikTok o Instagram. Forse, in questo momento di supremazia del reel, proporvi la voce del cantautore britannico Sam Smith, i cui brani figurano tra le “colonne sonore” più utilizzate sui social, potrebbe sembrare una banalità. Ma l’album Gloria, la sua ultima fatica dell’artista, è un’opera simbolo, espressione dei tempi che cambiano, e non solo nei contratti delle major. Il singolo “Unholy” è diventato n .1 nelle classifiche Billboard, collocando al primo posto, per la prima volta nella storia, due artistə dichiaratamente queer, non binarie e trans. Non solo. Kim Petras è diventata con questo singolo la prima artista trans a vincere un Grammy.
Che dire? I delatori da tastiera staranno rosicando, penso soprattutto a quella fetta di pubblico frustrato e insicuro che nei mesi scorsi ha riempito i social di Sam Smith di commenti velenosi, tesi a colpire la forma fisica del cantante, il quale però non si è lasciato abbattere. Anzi, la sua roboante sensualità, flamboyant direbbero gli anglofoni, viene esaltata ad ogni apparizione pubblica, tra una tutina di Swarovski e un mantello dalle ampie volute disegnato appositamente per lui da Pier Paolo Piccioli. Insomma, io amo Sam Smith perché è una ragazza semplice (come me) e come dice RuPaul, la cui voce echeggia nell’intro del brano “I’m Not Here To Make Friends”: If you can’t love yourself, How in the hell you gonna love somebody else?
Alberto Simoni, Area Contaminata > BONO / BURATTINI, Suono In Un Tempo Trasfigurato (Maple Death, 2023)
Il disco della settimana di Portico è nato sotto i portici. Suono In Un Tempo Trasfigurato, a firma Bono/Burattini, è infatti l’album di due musiciste bolognesi, Francesca Bono, voce degli Ofeliadorme e Vittoria Burattini, batterista dei Massimo Volume. Se aggiungiamo che è stato mixato e registrato da Stefano Pilia nel 2021 in due studi di registrazione cittadini e che il lavoro viene pubblicato dalla Maple Death, se ne deduce la sua matrice bolognese al 100%. In realtà è un disco dal respiro internazionale, ispirato ai cortometraggi della regista anni Quaranta, Maya Deren, quasi interamente strumentale, con Bono al synth Juno 60 e Burattini alle percussioni. Sonorità che spaziano dalle colonne sonore anni Settanta alla kosmische musik, dal krautrock alla library, per un affascinante viaggio sonoro che merita di essere percorso tutto di un fiato dall’inizio alla fine.