I dischi di Flamingo: Turnstile, Quicksand, Chubby (e la gang), Amyl (e gli sniffers) + Damon Locks
Il ritorno alla normalità settembrina ha visto sparire parecchi turisti con il loro portafoglio ricco di banconote e ritornare i normali avventori del negozio. Al rientro delle vacanze una manciata di album ha raccolto le loro attenzioni: Glow On dei Turnstile, Distant Populations dei Quicksand, The Mutt’s Nuts di Chubby And The Gang e Comfort To Me di Amyl And The Sniffers. Perché hanno fatto parlare? Innanzitutto sono bei dischi, poi, soprattutto, anche se diversi tra loro, hanno messo d’accordo il pubblico rock. Ovviamente non proprio tutto il pubblico rock ed ecco perché se entrate in negozio e volete lanciare l’amo, troverete qualcuno pronto a spendere un mucchio di parole per uno o per l’altro. Per quanto mi riguarda quello dei Turnstile è stato una gran bella sorpresa. I precedenti erano sì, belli, ma decisamente più di genere, mentre Glow On eleva il loro sound in una nuova dimensione maggiormente masticabile anche dai palati più rock. Il quarto dei Quicksand, invece, è un piacevolissimo viaggio nel post-hardcore/noise e tiene i piedi sia nel passato che in un ipotetico futuro più “viaggioso” (e chissà che l’inserimento di Stephen Brodsky dei Cave In, per ora solo in sede live, non porti qualche novità nel songwriting).
Il secondo full di Chubby And The Gang è stato ben accolto dai clienti punk pressoché all’unanimità: i nostri amici rasati, armati di bretelle e doc martens hanno definitivamente dei nuovi eroi. Onestamente, trovo la voce troppo orrenda per i miei gusti, ma mi dicono sia un pregio. Mi mettono voglia di ascoltare i Motörhead e forse anche questo è un pregio. Gli amici punk invece sono perplessi per il relativo successo di Amyl And The Sniffers e temono di aver puntato troppo sul cavallo vincente (si sa: ai punk piace perdere). Personalmente seguo gli Sniffers dai primi singoli e devo dire che sono una delle band di cui ci ricorderemo di questi anni: hanno le phisique du role, la grinta, le canzoni, l’attitudine. E hanno saputo entrare velocemente nel giro giusto. Sì, il loro pubblico sta cambiando ma, onestamente, sticazzi.
C’è però un bel disco che è spuntato nel settore “black” di Flamingo e che è stato immediatamente notato dai più spulciosi: Now dei Damon Locks Black Monument Ensemble. È uscito da qualche mese ma non ha ancora conquistato i più avventurosi, sebbene porti un sigillo di qualità di tutto rispetto: l’etichetta che lo pubblica è la International Anthem di Chicago e meriterebbe uno speciale a parte, quindi se non la conoscete lanciatevi senza indugio. Attiva dal 2014, ha pubblicato i dischi di Makaya McCraven, Jeff Parker, Jaimie Branch, Angel Bat Dawid, Anteloper, Irreversible Entanglements… album serissimi di scuola jazz ma non di quello pedante, anzi. Artwork stupendi, insert di valore, registrazioni eccellenti e tanta musica di qualità. Io voto gli Irreversible Entaglements come lascia passare. Se superate le difficoltà iniziali, vi si apriranno delle autentiche meraviglie.
Damon Locks Black Monument Ensemble è un gigantesco gruppo che comprende anche un discreto numero di ballerini e che quindi speriamo di vedere dal vivo prima o poi. Now è il secondo disco ed è un eccitantissimo frullato di tutto il meglio della black music: jazz, soul, funk, gospel, hip hop, electro suonato in libertà con rabbia, energia e divertimento. Il disco è ancora in negozio perché è un po’ più caro della media. Purtroppo la International Anthem non è economicissima e – siccome è americana – dazi e spedizione non aiutano a tenere basso il prezzo. Ma abbiamo un cliente che ogni due o tre giorni arriva, controlla se c’è ancora, se lo guarda, lo annusa e dice “sto mettendo da parte i soldi eh”, sperando che non arrivi qualcuno a portarselo via prima. Trovo sia un modo molto romantico di comprare e mi ricorda quando da ragazzino accantonavo gli spiccioli e a fine settimana facevo la somma e vedevo se ci usciva qualcosa, anche solo un disco in special price o un singolo.
Ah, in tutto ciò mi stavo dimenticando di dirvi chi è Damon Locks. Sicuramente lo conoscete ma, dato che è in un contesto un po’ diverso, probabilmente non avete fatto due più due. Negli anni Novanta era nei Trenchmouth, band post-hardcore piuttosto contaminata con dub e reggae. Dopo quell’esperienza fondò The Eternals, dove si lanciò in una deriva ancora più sperimentale e “post”. Inoltre è colui che ideò la copertina di Relationship Of Command degli At The Drive-In, oltre a mille altre. In una parola: un grande. E, pur nella sua breve durata, è grande anche il suo disco e il suo ensemble (in cui milita anche Angel Bat Dawid, clarinettista spettacolare).
Mettete da parte gli spicci e provate a fregare Now al nostro parsimonioso cliente!