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I dischi di Flamingo: saper sconsigliare

Lavorare in un negozio di dischi è soprattutto elargire consigli, spesso gratuiti. Molti di coloro che varcano la soglia di Flamingo, dopo il classico preambolo “ciao, scusa, posso farti una domanda?” chiederanno qualcosa di imprevedibile e non è per sapere se abbiamo bisogno di soldi o aiuto. “Sto cercando quel pezzo che ho sentito al Festivalbar 1982, lo cantava una tizia bionda ma non ricordo altro”. E sono 40 anni che lo cerchi o ti è venuto in mente adesso? Poi c’è la classica domanda che vorresti non ti facessero mai: “Sai quando ti arriverà il nuovo dei Verdena?”. Se non me lo ordini tu, direi mai. E lo sprovveduto che non entra in un negozio da quando è nato: “Ma le cassette escono sempre?”. Sì, e anche lei è pregato di uscire.

E poi c’è l’obbligatoria indicazione stradale: “Scusi dove è l’Acquario?”. E qui mi censuro, perché sapete cosa pensiamo dei turisti a Genova. Queste però sono semplici domande, in realtà parlavo di consigli… Spesso sono sul tenore di “ho già 8 copie di Punk In Drublic, mi consigli di comprare questa al colore di cammello malato di dissenteria?”, a cui non possiamo che rispondere di sì. Poi c’è il consiglio prettamente musicale. Qualche giorno fa un signore mi dice “mi fai sentire questo disco dei Boomtown Rats? Ricordo che da giovane mi piaceva”. Prendo il vinile, lo metto nel nostro giradischi da battaglia e lo faccio partire. Penso “ma cosa avevano da essere così nervosi negli anni Ottanta? State calmi che non vi corre dietro nessuno” (“si chiama bonza e ne scorreva a fiumi”, risponde il diavoletto alla mia destra). Spero mi dica velocemente “eh che bella la gioventù, dai lo compro”, come fanno tanti vecchi che continuano a comprare dischi del passato ripetendo l’antico gesto giovanile di comprare dischi “di quando il rock era bello”. Nessun segno. Nel mentre entra una coppia di black metallari che fanno una smorfia schifati appena entrati. Gli faccio la faccia che dovrebbe dire “eh lo so, i Darkthrone sono lì a sinistra, nel mentre tappatevi le orecchie e speriamo che il supplizio finisca presto”. Nessun segno, il lato finisce e giro il piatto. Riparte sto tormento di ‘sti scriteriati che fanno gli strani scimmiottando i trend di allora. I black metallari comprano qualche borchia dopo essersi guardati un po’ di dischi e se ne vanno probabilmente pensando “una volta ‘sto posto era figo, ora è una merda”. Il tizio arriva in cassa e mi dice “compro questo” e mi allunga una cosa italiana anni Settanta. Tolgo il disco dei Boomtown Rats e provo a dare il mio parere spassionato “ma compri anche sta roba qua? Te la metto a 5 euro”. Rimane un po’ attratto dal prezzo e nel mentre che ci pensa aggiungo “non è che sia sto granché, penso abbiano fatto di meglio”. “Dici?”, si ridesta lui con uno sguardo finalmente sveglio, “effettivamente me lo ricordavo meglio”. “Magari da giovane, appena uscito, ti sembrava elettrizzante, ora è un po’ ridicolo”. Alla fine non lo prende. Certo è un disco da 5 euro, non ho perso un granché ma un negozio di dischi deve anche saper sconsigliare. Non abbiamo tanti dischi che non ci piacciono nel nostro catalogo, se ci sono è perché comprando lotti e stock capita anche roba che non ci fa impazzire. Alcune volte sono i nostri clienti a farci apprezzare qualcosa che snobbavamo (ne ho parlato nel primo articolo della rubrica che state leggendo) ma in generale odiamo vendere dischi che una volta arrivati a casa non si rivelano un granché. In questo momento già vi vedo a pensare “ma chiunque nel 2022 ascolta su Spotify prima di comprare un disco”. No, per fortuna non funziona sempre così. Forse per la maggior parte delle volte. Ma chi entra in un negozio di dischi ama farsi ispirare dal momento e ama ascoltare un album per la prima volta a casa, seduto sul divano. Ecco perché è importante saper consigliare e sconsigliare. Non vuol dire che il disco dei Boomtown Rats sia brutto per tutti, anzi, ma per quel signore lì si capiva che se non l’aveva comprato in quarant’anni era perché non l’aveva mai convinto fino in fondo. E ogni tanto ci provava, magari facendo un ripassino veloce come in questo caso. Di recente è venuto un signore piuttosto cortese chiedendo se avevamo dischi di De André, che è come entrare in un panificio a Genova e chiedere se hanno della focaccia. De André ovviamente Fabrizio, il padre del grandissimo Cristiano, per parafrasare lo Sgargabonzi. Tutte le volte che lo dico mi guardano tutti male. Era interessato alle atmosfere di De André, non agli album in particolare. È una cosa molto comune, soprattutto fra i più anziani. De André, in generale, piace molto, ma i dischi risultano indigesti. Parto sempre consigliando Creuza De Ma che penso sia uno dei capolavori assoluti della musica tutta ma finisce sempre che dopo alcuni ascolti mi dicono “prendo quello che ci sono le canzoni che mi piacciono”, puntando ad una delle numerose raccolte generiche. Prima di comprarla, il signore cortese ha voluto ascoltare una di queste raccolte. La metto sul piatto e parte la chitarrina acustica ad accompagnare il vocione. Si crea subito un’atmosfera di estasi, come se questo signore fosse catapultato intorno al fuoco di un camino con l’amico che imbraccia la chitarra mentre lui ha accanto la donna che ama. O magari gli è risalita la botta di qualche trip preso negli anni Sessanta. Non ci ha pensato due volte e ha mollato i soldi per comprare il disco. È tornato il giorno dopo, comprandone un altro per la figlia. Che a quel punto mi ha chiesto consigli su un buon giradischi… insomma, non si finisce mai di consigliare! E allora dopo aver parlato di Boomtown Rats e De André padre consiglio ai lettori di The New Noise la stessa cosa che ho detto ai black metallari di cui sopra: i Darkthrone sono lì. E il nuovo disco spacca oltremodo. Non fidatevi di chi dice che fa schifo: è gente malvagia che vuole tenerseli per sé. Astral Fortress è l’ennesimo discone che continua la strada intrapresa con i lavori precedenti: doom suonato come se lo avessero inventato i Celtic Frost. E non c’è un riff brutto, che è la cosa importante. Non vi piace? Riportatecelo in negozio, lo ritiriamo volentieri!