I dischi di Flamingo, ma sono libri
Finalmente la tanto attesa macchina dei concerti si è rimessa in moto: sebbene l’Italia sia spesso ignorata (per esempio i Big Brave che sono in tour da due mesi e manco una misera data nel nostro Paese), a partire da maggio c’è stata una vera e propria esplosione di eventi, organizzati pur con le incertezze legislative che ci attanagliavano fino ad una ventina di giorni fa. In questo momento prendo quello che passa e devo dire che qualche bel concertino l’ho già messo in saccoccia. A tal proposito in negozio ci stiamo organizzando per andare a fare banchetti ai festival estivi: ci piace l’atmosfera, ci piace riprendere contatti con gli appassionati, ci piace vendere dischi, ci piace sentire concerti. Il mio collega Alberto propone i festival punk e io quelli più stoner/sludge e vediamo nel calendario se riusciamo a partecipare, in base anche agli impegni di negozio. Poi guardiamo i dischi che abbiamo in magazzino e diciamo “beh, però se andiamo a quel festival, bisognerà comprare un po’ di vinili dei Rancid”. Li ordiniamo e tempo che arrivino li abbiamo già venduti tutti. “Vabbè, facciamo un altro ordine, stavolta ci aggiungiamo i Pennywise”. Stessa cosa. “Dai, prendiamo anche i Millencolin”. Puff, spariti in un attimo! Non che la cosa ci dispiaccia, ma cosa porteremo ai concerti? Lo scopriremo solo avvicinandoci alle date! Quello che ci chiediamo ogni volta però è “ma perché non li hai ancora comprati?”. Ricordo quando aprii Taxi Driver evitavo di avere in catalogo i classiconi perché pensavo fossero già nelle case di chiunque. Il giorno che ordinai dei dischi dei Sepultura si volatilizzarono in men che non si dica. Stessa cosa per gli Slayer e persino per gli Iron Maiden. Ma dove eravate quando uscivano? Scherzi a parte, il tipo di fruitore è finalmente cambiato e non ci sono più solo parrucconi che cercano una prima stampa, quindi ogni disco è potenzialmente vendibile ai nuovi appassionati. Due cose che però erano fuori catalogo da un po’ e quindi potenzialmente possono interessare ad un pubblico vastissimo sono Little Dreamer e 100% dei Negazione, tornati nei negozi in contemporanea all’uscita del mega librone “Collezione di Attimi”. Il librone è veramente splendido ed è ricco di foto, scalette, documenti e, sebbene non sia proprio economicissimo, val la pena mettere da parte gli spiccioletti per comprarlo. Molto più economico ma altrettanto completo è il libro “Veleno Sottile: La Storia Degli Screaming Trees”, scritto dal mio amico e guru Davide Pansolin. Davide è il fondatore della fondamentale fanzine Vincebus Eruptum, che nei primi anni 2000 testimoniava la scena heavy psichedelica mondiale. Poi ha aperto l’etichetta omonima con cui ha pubblicato una marea di splendidi dischi da strippati come quelli di Sendelica, Da Captain Trips, Anuseye, Pater Nembrot, Vibravoid. Tra le ultime produzioni vale la pena citare i tre dischi pubblicati da Gary Lee Conner, ovvero il corpulento chitarrista e principale songwriter degli Screaming Trees. Approfittando del contatto diretto con Gary Davide ha iniziato a farsi raccontare gli esordi, aneddoti su come sono nati i dischi, sulla vita in tour, su Mark Lanegan. Passo dopo passo è nato quindi il libro “Veleno Sottile” che, pur essendo scritto da un italiano, sembra narrato da un americano che ha vissuto in prima fila le vicende della band. Davide ha intervistato tutti coloro che potevano raccontare qualcosa, persino i promoter italiani del periodo, e ha realizzato uno dei libri più completi dedicati ad una band. Ovviamente, per forza di cose, mancano le testimonianze di Mark Lanegan, che però sono ben presenti (e molto controverse) nei libri scritti di suo pugno. Ma non mancano anche alcune chicche proprio riguardo Lanegan (ad esempio lo scambio di messaggi finali con Gary è da lacrime). Anche Davide è in tour a promuovere il libro quindi cercatelo e fatevi firmare una copia! Concerti, dischi e libri: mi sembra che non manchi niente!