I dischi di Flamingo: l’Amplifest e il miglior genere di sempre
Facendo gli scongiuri, a fine mese sarò in Portogallo a godermi l’Amplifest, nato un po’ di anni fa e considerato un po’ un Roadburn minore, ma attenzione: si mangia meglio e si spende meno. Non vedo l’ora, perché fondamentalmente ribeccherò band che ho visto al Roadburn 2023 (Big Brave, Ken Mode, Esben And The Witch) più altre che suonarono negli anni precedenti (Sunn O))), Mutoid Man, Amenra, Celeste, Hide, Hexvessel…). Mi è capitato di discutere con molte persone che giudicano questa tipologia di band con il caro vecchio termine di “hipster”, parola che ormai sento dire solo riferita ai Sunn O))) più che a roba realmente “hype”. Sarò sordo io (sì, un po’) ma non ci vedo tanta moda in quello che fanno. Se mi diceste “in realtà non c’è niente”, vi risponderei “sì, vero” pensando “meglio, meno li ascoltiamo meglio sto”. Ho iniziato con certa musica perché è un’isola felice. Non mi va di stare in mezzo alla gente e fondamentalmente se ad un concerto ci sono 12 persone mi spiace per chi suona, ma non per me. Il drone metal è un genere che non puoi far finta di apprezzare. Ti prende e ti distrugge i timpani senza darti niente in cambio. Non c’è spettacolo, non c’è tecnica, non c’è modo di spiegare perché qualcuno lo faccia. A me piace. Dal drone metal (Melvins in primis) sono poi nati tutti quei gruppi che riempiono il cartellone del Roadburn e dell’Amplifest, Sunn O))) su tutti. Che tra l’altro verranno anche in Italia e si presenteranno in formazione a due. Quindi non è che ad un certo punto spunterà Attila a fare dei vocalizzi tanto per distrarvi un po’. Solo O’Malley e Anderson. Non vedo l’ora.
Per i miei amici di The New Noise che, al contrario del 99,999999% della popolazione terrestre, non odio particolarmente, ho deciso di fare una compilation per riportare il genere nei binari del dolore. Una dozzina di pezzi che vi faranno scoprire l’origine di questa musica così tanto hipster. Droga, sofferenza, paranoia, follia, voglia di morire e di uccidere. E Black Sabbath. Si parte con i mitici Upsidedown Cross (tra le migliori band di tutti i tempi) e si passa a Sleep, Melvins, Earth, Virulence (i proto Fu Manchu), Neurosis, Crowbar, Eyehategod, Grief, si prosegue con un po’ di grunge (Soundgarden e Nirvana) e si arriva ai primi Kyuss, quelli belli punkettoni. È o no il miglior genere di sempre?