I dischi di Flamingo: Keeley Forsyth, donna del Trentesimo Secolo
Il mese scorso ho consigliato un paio di libri e quindi rilancio suggerendo la lettura di “Lexicon Devil, La Breve Vita e La Rabbia Senza Tempo di Darby Crash e dei Germs“, tradotto in italiano dal competente Andrea Valentini e pubblicato dalla sempre attenta Hellnation Libri. È un bel libro perché è raccontato in modo corale, come quei documentari in cui ci sono una decina di intervistati che commentano i fatti cruciali. Qui di testimoni ce ne sono a decine e sviscerano la vita di Darby Crash in ogni dettaglio, rivelando una personalità sfaccettata e ricca, e conseguentemente emerge una bella fetta della scena musicale di Los Angeles di quegli anni. Consigliatissimo! A proposito di anime tormentate, recentemente ho visto un bel documentario su Mubi intitolato “30 Century Man” dedicato alla controversa figura di Scott Walker: partito dal pop adolescenziale, ha scritto negli ultimi anni della sua vita alcuni dei dischi più profondi e oscuri mai partoriti. Tilt, The Drift, Bish Bosch e Soused con i Sunn O))) vanno ascoltati almeno una volta, anche solo per catarsi personale. Chi lo ha fatto è di sicuro Keeley Forsyth, attrice inglese dai lineamenti severi, che di recente ha pubblicato il suo secondo disco, intitolato Limbs. Keeley usa il vibrato come il maestro Scott e come lui canta con tutta la disperazione possibile, tracciando con la voce solchi che scavano l’anima. Da quando abbiamo in negozio i suoi due album (l’altro è Debris) c’è sempre chi si lascia incuriosire dalle copertine e decide di portarseli a casa, rimanendone inevitabilmente stregato. Le sue canzoni hanno l’andamento orizzontale dell’ultimo Nick Cave, la fredda passionalità di Nico, quel tormento profondo di Scott Walker. Tutto il contrario delle hit che stanno attaccando le nostre orecchie durante la stagione calda. Se volete del refrigerio puntate le orecchie su Keeley Forsyth, ma attenzione: questo freddo potrebbe essere mortale.