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I dischi di Flamingo: Deafkids + Rakta, Maggot Heart

Sapete quale è la domanda che i negozianti di dischi si sentono porre più spesso? “Perché non scrivi un libro?”. La risposta è sempre la stessa: perché l’hanno già scritto Nick Hornby e Maurizio Blatto. C’è da dire che però al contrario di tanti negozi, quello dello spaccio di dischi è uno dei luoghi in cui si annidano i personaggi più assurdi, quindi è normale sentirselo ripetere in continuazione. E la tentazione di scriverne è veramente tanta.
Uno dei vari motivi per cui ormai cinque anni fa chiudemmo Taxi Driver a Genova era la saturazione raggiunta avendo a che fare quotidianamente con molti personaggi strampalati. Peccato che, abbassate definitivamente le saracinesche, molti di essi continuavano a venirmi a trovare nei sogni, tormentandomi come in negozio ma senza lasciarmi soldi in cambio. Ecco perché mi sono rimesso dietro ad un registratore di cassa da Flamingo Records Store. Mi mancavano. È anche vero che mancavo a loro, così come, per fortuna, mancavo a tante persone più “regolari”.

I social network e il web in generale ci hanno abituato che si può discutere di musica da remoto, stando seduti a una scrivania, sostenendo animatamente quanto faccia schifo il nuovo degli Iron Maiden ascoltando in realtà Orietta Berti, snocciolando dati e discografie facendo “alt+tab” su wikipedia e discogs, vantandosi di essere fan della prima ora di qualche gruppo che dall’underground ha finalmente guadagnato visibilità e che il demo era meglio.

In negozio no. Se parli di una band devi conoscere la discografia a memoria, i membri dei gruppi, il nome del produttore e sapere chi ha prodotto sia Gianna Nannini che i Kraftwerk. Pena la derisione pubblica. Il produttore in questione è Konrad Plank e ha lavorato sia sui primi dischi dei Kraftwerk, Neu!, Cluster, Guru Guru, La Düsseldorf Ultravox e D.A.F., sia su Latin Lover, Puzzle e Profumo di Gianna Nannini. Giustamente direte “sticazzi”: io l’ho scoperto parlando con i miei clienti, assieme a centinaia di altre cose forse più utili.

Tempo fa Guy Pinhas (Acid King, Goatsnake e Southern Lord Europe) mi disse: “i negozi di dischi sono come delle chiese”. E ha ragione. Ci si va per la remissione dei peccati, per ascoltare un sermone, per far parte di una comunità. Ma soprattutto per trovare se stessi attraverso nuova musica e nuovi consigli. Come dicevo poc’anzi in negozio si può solo essere se stessi: se dici che “i Fugazi sono musica per collegiali ricchi” per darti un tono da saccente, devi essere pronto a sostenere la tua tesi. E non c’è il tasto “blocca” a salvarti. E quando sostieni che il numetal faccia schifo, noi sappiamo che in casa hai una raccolta dei Limp Bizkit, il primo dei Korn, Iowa degli Slipknot e Infest dei Papa Roach. Perché li hai presi da noi o in un momento di debolezza hai confessato di averli. Ma siamo anche tutto orecchi quando qualche cliente vuole un disco de La Vida Es Un Mus, etichetta londinese che non sbaglia quasi mai un colpo.

Tutto questo pippone per dirvi di provare ad andare nei negozi di dischi (non necessariamente quello dove lavoro io), anche se magari sono lontani 100 km da casa. Basta una volta al mese. Non limitatevi a spulciare: commentate quello che vedete, cercate una comunicazione. 99 su 100 il proprietario vi ignorerà, riprovate. Aspettate che entri qualcuno. L’inizio è difficile: le risposte saranno brevi e scazzate. Ma con un po’ di pratica vi si aprirà un mondo! Basta che non chiediate lo sconto, quello è il modo migliore per farvi subito dei nemici.

Una domanda buona potrebbe essere “che disco stai ascoltando?”.

“Sono i Deafkids con le Rakta, due gruppi brasiliani di psichedelia delirante. I primi sono tre ragazzotti che incidono per Neurot, l’etichetta dei Neurosis, le altre sono due ragazze il cui ultimo disco è uscito per La Vida Es Un Mus (a proposito di quello che scrivevo poco sopra…). Da soli sono imperdibili, in coppia sono devastanti. Questo disco è la testimonianza di un live che hanno fatto assieme nel 2019. Su YouTube trovi qualcosa ma su vinile non è facile, noi ce l’abbiamo ma non so chi altro ce l’abbia in Italia. Il disco è stato tirato in sole 500 copie dalla etichetta Rapid Eye di Linnéa Olsson dei Maggot Heart (ex The Oath, Beastmilk, Grave Pleasures). Se ami kraut rock, psichedelia e roba sperimentale da farti saltare i neuroni, allora devi comprarlo. Poi, vabbè, abbiamo anche il disco dei Maggot Heart, che se ami il rock/metal alternativo ti piacerebbe. Dentro ci senti i Voivod, i Killing Joke e tanta personalità, lei è molto tosta, sia come chitarrista che come songwriter. Infatti, non per dire, te li ricordi i The Oath? Uscivano su Rise Above anni fa e quando si sono sciolti la cantante ha formato i Lucifer. Banalissimi. Ora con loro ci suona Nicke Andersson (sì, quello di Entombed, Hellacopters e Imperial State Electric) ma fanno cagare lo stesso. Maggot Heart sono la creatura della chitarrista degli Oath che, invece, di idee ne ha da vendere. E infatti non vende una fava. Come Deafkids e Rakta, d’altra parte. Dei Deafkids sono da avere assolutamente Metaprogramação e Configuração Do Lamento. Ah, hanno fatto anche una collaborazione con i Petbrick di Iggor Cavalera. Delle Rakta invece prenditi Falha Comum“.

Il povero avventore si ritrova con 5 dischi in mano dopo aver fatto una semplice domanda.

“Hai detto Voivod? Cosa avete?”

“Vieni ragazzo mio, ho parecchie cose da mostrarti…”