I dischi di Flamingo: da grandi sfighe derivano grandi recap
Da poco una grande sfiga mi ha colpito: l’hard disk principale mi ha lasciato a terra cancellando gli ultimi mesi di lavoro. Che per uno spacciatore di dischi vuol dire solo una cosa: perdere tutti gli appunti sulla roba in uscita, su quella da ascoltare e su quella consigliata daui guru supremi. Aggiungete voi le bestemmie a piacere. Ecco perché anche questo mese gioco di melina e vi lancio altri dischi che potreste aver perso negli ultimi mesi, tanto il capo non si è lamentato e, anzi, mi pare che abbiate gradito. Anzi ancora, se volete trasformiamo la rubrica. Fatemi un fischio (bello forte che sono sordo) se volete che continui su questa strada…
Eunoia – Psyop Of The Year
Questo me lo stavo perdendo pure io, ma per fortuna i clienti oltre a rompere le balle e a cacciare il grano ogni tanto rilasciano qualche bel consiglio. Gli Eunoia sono un trio di Cincinnati che mescola post-hardcore, noise rock e black metal. Tra l’altro me lo consigliava facendomi notare che il black metal attuale (quello di Liturgy, Scarcity) non è altro che una devianza estrema del suono dei primi Swans. Quindi questa strana commistione è adatta a tutti coloro che odiano il mondo e vogliono creare un muro che li separi da quelli che ascoltano un po’ di tutto.
Abhorrent Expanse – Gateways to Resplendence
Il mix fra Death Metal e Jazz esiste dai tempi dei Pestilence, quindi non è che dovremmo essere propensi a gridare al miracolo, ma questi esseri malvagi (in realtà quattro nerd tranquilloni che suonavano in Zebulon Pyke e The Blike) hanno trovato una via abbastanza personale alla formula più amata dai metallari riccardoni. Come? Facendo una jam session a caso in cui metal estremo, drone, funeral doom vengono suonati senza capo né coda, generando un chaos sonoro che fa sembrare gli Imperial Triumphant un trio da lounge bar.
Bothers – II
Per deformazione professionale ogni cosa che proviene da Portland deve essere ascoltata. Magari è una super merda hipster ma molte volte ci sono delle gemme che ti lanciano in orbita e che ringrazi l’esistenza di quel luogo magico, patria di Wipers, Poison Idea, Neo Boysm, Napalm Beach. I Bothers sono in apparenza dei veterani della scena (dicono di aver suonato in Young Livers, No//se, North Lincoln, Glass And Ashes) e semplicemente spaccano i culi. Sono incazzati, marci e non arretrano di un millimetro. Se amate la roba alla Tragedy, avete trovato il pane per i vostri denti marci.
People’s Temple – I’m With The People’s Temple 7”
Mentre discutevo su quanto fossero fighi gruppi come Scowl, Gel, Circe, Sweat (cioè band di zozzi con voce femminile incazzatissima), arriva il chitarrista dei Fever (hardcore, Imperia, un mix fra Devil Master e Chain Cult), che è un’autentica miniera di band, e mi dice “ascoltati questi People’s Temple”. E giro il consiglio pure a voi. Hardcore marcio alla vecchia (Gang Green, Necros, Poison Idea) che in 11 minuti vi fa passare la voglia di ascoltare quella roba molla tipo Big Thief.
Easy Prey – Unrest
Finisco la rubrica con un album che colpevolmente ho lasciato fuori dalla lista del mese scorso. Eppure è uno dei dischi meno citati del 2022 ma uno dei più belli. Loro vengono da Austin, Texas (“quindi è impossibile che facciano schifo”, autocit.) e suonano quella roba post-hardcore figlia dei Coalesce, il gruppo più figo e che fa meno figo citare al mondo. Sì, ok, i Botch si sono riuniti ma ascoltatevi roba nuova, per dio.