HYLE, Malakia [+ full album stream]
Quando si ha a che fare con una band con le radici saldamente piantate nella scena diy e attenta ai messaggi da veicolare, il rischio è che manchi la ricerca di un linguaggio sonoro autonomo, qualcosa che sia equamente ripartito tra legame con la tradizione e voglia di metterci del proprio. Il che, sia chiaro, non è a priori un difetto grave, ma quando si scopre – come nel caso di Malakia – che questo punto d’equilibrio è stato raggiunto, il tutto acquista la classica marcia in più e le cose si fanno ulteriormente interessanti.
La proposta delle Hyle affonda nell’hardcore più urticante e rabbioso, con una marcata deriva crust, ma non fa a meno di rallentamenti e variazioni che possano caratterizzare i brevi episodi del disco (ci si attesta intorno al minuto e mezzo/due minuti). Questo fattore, unito alla voce graffiante al punto giusto, rende facilmente comprensibile il perché dei nomi coinvolti nella co-produzione e l’interesse che questo lavoro riesce a suscitare senza troppe difficoltà una volta premuto il tasto play. Ciò che conta è, d’altro canto, non spezzare il tiro dei brani, così da non perdere quell’impostazione di pancia che in certi lidi non è solo auspicabile ma addirittura necessaria, almeno se non si vuol rischiare di perdere la botta e la capacità di trascinare l’ascoltatore nel proprio universo sonoro, altra faccenda che le Hyle dimostrano di avere sotto controllo e saper gestire senza troppi sforzi. Infine, ma non perché trascurabile, si accennava all’importanza dei temi trattati nei testi, un aspetto ribadito sin dal titolo Malakia, termine di origine greca spesso tradotto con effemminato, simbolo della lotta che la formazione combatte contro la rigida divisione in generi e il dualismo imposto dalla tradizione in cui la nostra società si rispecchia. Di questo, però, abbiamo deciso di parlare in modo più approfondito in sede d’intervista, per ora vi lasciamo all’ascolto del disco, che lanciamo oggi in anteprima streaming.