HYADES, The Wolves Are Getting Hungry
Negli ultimi anni il revival thrash metal ha portato alla nascita di decine e decine di gruppi che si ispirano ai gloriosi fasti del passato. In alcuni casi con risultati encomiabili, in altri con esiti agghiaccianti. Pure l’Italia non è rimasta immune da questa riscoperta a base di pantaloni attillati (che personalmente amo alla follia), scarpe alte, t-shirt senza maniche e suoni veloci e taglianti. Tra gli esponenti principali di questa rinascita da noi ci sono i varesotti Hyades, giunti con questo The Wolves Are Getting Hungry al quarto lavoro sulla lunga distanza. Personalmente mi hanno annoiato parecchio. Il loro modern thrash ricco di groove, che fa il verso ai Pantera e alle ultime (pallosissime) produzioni targate Exodus, mi fa propendere per una netta bocciatura. I pezzi sono troppo lunghi e ricalcano sempre la stessa formula: mid tempo pesante, stacco, accelerazione (ma non aspettatevi cose alla primi Kreator), rallentamento, fine pezzo. La voce è urlata e quasi fastidiosa, sembra il rantolo di uno che sta per morire, strozzatissima. Suonano bene, non lo metto in dubbio, peccato che il tutto risulti stra-pulito, nel senso di freddo e troppo digitalizzato. Non c’è quella sporcizia di fondo che a parer mio dev’essere presente in un disco thrash metal. L’insieme è stato assemblato e “leccato” al punto giusto, poi stampato su cd. Risultato? Tutto troppo annacquato: non c’è quella cattiveria che si trova in altri gruppi (vedi per esempio i Baphomet’s Blood di San Benedetto Del Tronto, con il loro thrash metal rozzo e brutale); sembra quasi che gli Hyades abbiano confezionato un prodotto per il mercato americano, che dev’essere luccicante, se no al metallaro medio non garba. Il fatto poi che qui si ecceda col groove, quindi si tenda a dilatare all’inverosimile i pezzi (che, se fossero stati opportunamente tagliati e registrati in maniera più “diretta” e con meno fronzoli, avrebbero fatto ben altra figura) e di conseguenza a farmi sbadigliare molto. Aggiungoche la totale mancanza di un brano che si faccia un minimo ricordare contribuisce ad abbassare ancora di più il mio giudizio. Purtroppo siamo di fronte a una band mediocre, e questo cd si perderà ben presto nel dimenticatoio, insieme ad altre decine simili. Concludendo, posso consigliare The Wolves Are Getting Hungry solo a chi si nutre di thrash moderno e “infighettito”. Gli altri passino tranquillamente oltre.
Tracklist
01. The Economist
02. Ignorance is no Excuse
03. The Decay of Humankind
04. The Apostles of War
05. The Great Lie
06. Heavier Than Shit (Hyz IV)
07. Sing This Rhyme
08. 8 Beers After
09. The Wolves Are Getting Hungry
10. Hyades