Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

HUNGRY LIKE RAKOVITZ, Nevermind The Light

hlr

A pochi mesi dall’ep The Inevitable Return To Darkness, gli Hungry Like Rakovitz fanno uscire il nuovo album, riprova della sempre maggiore sicurezza con cui trattano la materia estrema. Il suono della formazione si fa sempre più claustrofobico e denso, appiccicoso come il pavimento di un incubo quando si cerca di correre lontano dai mostri che ci inseguono. Non mancano le sfuriate e le accelerazioni che ne hanno segnato lo stile sin dagli esordi, ma vanno sempre più spesso a infrangersi contro un muro sludge che ne spezza la corsa e ne rende ancora più violento l’effetto proprio perché amplifica l’urto. Basta del resto scorrere la lista dei titoli per comprendere quali siano le atmosfere che si incontreranno lungo il tragitto, perfetto punto di fusione tra la Norvegia e la Louisiana, il gelido approccio del black e la desolazione di un trailer park perso nelle paludi. Di grind e postcore restano quasi solo l’approccio e il retrogusto: si tratta d’ ingredienti ormai immersi nel magma che viene riversato senza tregua sull’ascoltatore, eppure sono sempre gli Hungry Like Rakovitz che seguiamo sin dagli esordi, perché la loro è stata un’evoluzione fatta di continui aggiustamenti piuttosto che di cambi drastici, una progressiva discesa agli inferi che con Holymosh, The Cross Is Not Enough e gli split/ep realizzati negli anni li ha portati a plasmare una delle formule più caustiche e radicali attualmente in circolazione. Non è un caso (nel black metal si cerca spesso questa contaminazione) che Nevermind The Light si concluda con un brano strumentale dai rimandi dark ambient, anch’esso con un titolo programmatico come “Refusing Light”. Serve aggiungere altro?