HUMAN IMPACT, Gone Dark
Chi mai si sarebbe aspettato che nel 2024 avremmo avuto dischi nuovi di Shellac, Jesus Lizard, God Bullies, Melt Banana, Melvins (vabbè loro non ci abbandonano mai), come fossimo nel caro, vecchio, 1994?
E se all’appello mancano gli Unsane, il caro, vecchio, Chris Spencer mette in moto nuovamente gli Human Impact, apparsi nel 2020 con un disco omonimo che andrebbe studiato alle medie.
Rispetto a quattro anni fa la formazione cambia in buona parte ma mantiene il caro, vecchio, Jim Coleman dei Cop Shoot Cop, una di quelle band che meriterebbero più tatuaggi dei Black Flag, aggiungendo Jon Syverson dei Daughters, cancellati dalla storia della musica per via della condotta ignobile del leader Alexis Marshall, ed Eric Cooper dei Made Out Of Babies, conosciuti per essere la prima band di Julie Christmas. Cosa possono combinare quattro persone così? Un piccolo capolavoro di noise rock paranoico di scuola NewYorkese, pensato in un vicolo sporco pieno di tossici strafatti di crack, topi enormi e barboni che si aggirano nudi con la speranza di morire al più presto.
Chris Spencer non ha mai perso un grammo di incazzatura, Jim riesce a raddrizzare i suoi deliri e gli altri due sanno precisamente come si suona questo genere senza suonare scolastici e banali (Whores parlo a voi: maledetti pigri, che possiate finire in quel vicolo infame e imparare qualcosa). Human Impact è la risposta ad un mondo perso negli arpeggi indie rock, nella sperimentazione già sperimentata, nel ritornello strappa lacrime, nel beat che muove leggermente le chiappe, nell’afro funk colonialista. È uno sputo in faccia di un vecchio che ti guarda male mentre sei sull’autobus vestito con le scarpe bianche e i fantasmini. E’ l’urlo disumano di uno che non abbandonerà quel vicolo fetente anche se il mondo dovesse andare a rotoli.