HORRENDOUS, Anareta

HORRENDOUS, Anareta

Se Fenriz dei Darktrhone ha inserito il loro precedente lavoro Ecdysis tra i suoi preferiti del 2014 e la rivista Decibel lo ha piazzato al terzo posto tra le migliori uscite sempre del fu 2014, un motivo ci sarà. Ve lo spiego subito: gli Horrendous sono tutto quello che una buona fetta dei gruppi death metal odierni vorrebbero essere (senza riuscirci). Il terzetto, con questo Anareta, ha creato qualcosa di assolta caratura: il suo death metal tecnico – ma allo stesso tempo dagli ampi squarci armoniosi – è quanto di più interessante si sia sentito in questo campo da almeno dieci anni. Gli Horrendous hanno assimilato alla perfezione la formula brutale di gruppi storici come Dismember, Asphyx, Pestilence e Death, rielaborando il tutto coi fraseggi melodici di un gruppo altrettanto storico come i Dissection. Le chitarre disegnano geometrie perfette, in grado di partorire riff taglienti e veloci come rasoi per poi improvvisamente passare a impennate drammatiche e ariose. Gli assoli sono cesellati alla perfezione e hanno un retrogusto fine anni Ottanta (si pesca direttamente dalla tradizione progressive e hard rock). La sezione ritmica è spettacolare, in grado d’imprimere velocità furibonde ai brani per poi lanciarsi in break lenti e fascinosi, creando un’atmofera avvolgente. La voce è un altro fiore all’occhiello: brutale ma allo stesso tempo con un’anima calda. Una band sempre in evoluzione, che non si accontenta, anzi: che ha fame. Una fame che lo ha portato a spostare un po’ più in là il baricentro del suono, in una costante ricerca della perfezione, senza però perdere tempo con mille fronzoli o sbrodolamenti. Un grande gruppo, con un altrettanto grande futuro davanti a sé.