Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

HONEYBIRD & THE BIRDIES, You Should Reproduce

You Should Reproduce

Al di là delle origini del titolo del secondo disco di Monique Mizhrai, Paola Mirabella e Federico Camici, ci si trova davvero ad ascoltare la “riproduzione evoluta” di ciò che è stato mostrato nell’esordio. L’attitudine ludica, cosmopolita, amante di groove e mescolanze all’apparenza ardite, si materializza in composizioni a largo spettro musicale e linguistico, e, elevata ad ennesima potenza, plasma quello che appare la definitiva affermazione di una spiccata personalità. È facile farsi fuorviare dalle danze, dai suonelli acustici o anche solo dall’immagine del gruppo che si può facilmente e superficialmente reperire in rete: “sì, ok, ecco l’ennesimo gruppo luccicoso e indie, tutto smorfie e inconsistenza”. Pensare così sarebbe un grave errore, perché il disco trabocca della gioia della scoperta e del vivere appieno la propria forma espressiva, verace e sincera. You Should Reproduce è il corrispettivo moderno della classica tematica del viaggio, riprodotta in policromia musicale da quinta dimensione. Ci si possono sentire le Slits così come l’amore per sonorità etniche ampiamente distante da pallosità new age o da world music d’accatto o ancora la passione per la mescolanza di linguaggi (dal catanese al tedesco) e per l’utilizzo di una panoplia di strumenti (dall’amato charango a tutta una serie di percussioni), per altro con efficace padronanza. Tutto rendendo giustizia ad arrangiamenti che vestono i pezzi di folk stralunato, hip hop, tenue psichedelia dalle tinte malinconiche (belle fantasmatiche nella title-track), svelto passo wave scevro da facili banalità, swing d’asalto e armonizzazioni vocali suggestive e ben inquadrate. Con la produzione a opera dell’immenso Enrico Gabrielli e con ulteriore forgiatura dovuta a Tommaso Colliva, stupisce anche come riescano a convivere tematiche la cui ispirazione spazia dai genocidi compiuti dall’impero ottomano in Cambogia al recupero della danza malese Mak Yong (bandita dal governo islamico), dalla fascinazione per luoghi come l’East Village della Grande Mela alle spiagge californiane e al quartiere romano Tor de’ Schiavi. Una selva di immagini, disparate onde sonore e immenso entusiasmo per il proprio “lavoro”: You Should Reproduce è un fluire armonico di musicalità cosmopolita e ispirata. Realizzato grazie all’ausilio del servizio Kickstarter – con un semplice crowdfunding che ha portato 150 persone ad essere produttori virtuali/reali del disco – è la dimostrazione di un’importante mentalità DIY moderna. Riproducetelo.