HOMUNCULUS RES, Ecco L’impero Dei Doppi Sensi
Ecco l’impatto iniziale: la copertina del nuovo disco dei palermitani Homunculus Res è fantastica. Pesci a sguazzare nel mare del pop progressivo, nel quale questi signori nuotano da 10 anni con stile e precisione. Si sente il calore sole attraverso l’acqua e le spezie che ognuno degli innumerevoli musicisti (non è vero, basta un po’ di sforzo, sono 20, 23 contando anche chi giustamente si è occupato di registrazioni, mix e master) porta, senza mai appesantire la musica. Siamo dalle parti di Canterbury ma anche di Liverpool, dalle parti di un mondo colorato, toccato e rintuzzato da piccoli esseri senzienti quali gli esseri umani. I controcanti e le atmosfere danno la sensazione di una leggerezza che ben si sposa con la calura stagionale, senza mai cadere nel banale e mantenendo una concentrazione di gusto e di succo che non è per nulla scontata. Non resta quindi altro che seguire le peripezie strumentali e vocali degli Homunculus Res, con una “Viaggio Astrale Di Una Polpetta” assolutamente irresistibile nelle sue peripezie. Poi entrano i suoni acidi, spinti fino al culmine in una “Fine Del Mondo” che non fa prigionieri, liberando le endorfine. L’album è costellato da riferimenti al numero cinque, dei quali il brano “Pentagono”, che da una partenza quasi messianica si trasmuta in un mondo brasileiro da bassa spiaggia, è forse la summa maggiore. Ogni episodio svela mondi in maniera leggera ed intelligente, vietandoci di rimanere fermi. “Cinque Sensi” parrebbe un brano dei Fitness Forever caricato da chili di droga e di orpelli, pulsante di ritmo e vitalità, mentre “Fiume Dell’Oblio” – più che allo scorrere della corrente – fa pensare a un treno lanciato a tutta velocità.
Per non farsi mancare nulla i Doppi Sensi vengono caricati su una navicella che si foraggia a parapparappapà e ci tiene con sé per dieci minuti, tra picchiate, levitazioni e una voce misteriosa ed infantile che ci inietta concetti psichedelici nella testa in maniera subdola e sorridente. Musica solare e istrionica quella degli Homunculus Res e, per non farmi mancare nulla, ora vado subito di rimando ad ascoltarmi il nuovo album dei Cheer Accident.