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HOME FRONT, Games Of Power

Che la britannica La Vida Es Un Mus sia al momento una delle più interessanti e attive etichette del panorama punk europeo è abbastanza chiaro da un po’. Attiva da ormai una ventina di anni, tra le uscite dell’ultimo periodo può vantare nomi come i greci Chain Cult, i londinesi The Chisel, gli spagnoli Belgrado e numerosi altri. I canadesi Home Front possono essere contestualizzati nella stessa “wave” di quelli sopracitati. Tra le sonorità più riprese degli ultimi anni in ambito street punk/oi! c’è quella tipica degli anni ’80, con produzioni e arrangiamenti che si allontanano da quelle del classico punk 77 e abbracciano la marzialità/cupezza del post-punk e le melodie elettroniche della new wave. Se si volesse trovare un gruppo pioniere da questo punto di vista, la scelta ricadrebbe sui britannici Blitz, band culto per più generazioni di punk e skinhead le cui registrazioni, anche quelle criticate da molti per l’eccessivo cambio di suono e “commercializzazione” (soprattutto Second Empire Justice del 1983), sono state riscoperte e stanno ispirando numerose nuove realtà, e gli Home Front sono una di queste. Il loro album d’esordio Think Of The Lie (2021) era stato un inizio molto promettente, e con questo “Games of Power” ribadisce la qualità dei canadesi. I brani alternano oscuri pezzi post-punk ed altri di pura new wave in cui l’elettrico scompare a favore dell’elettronico, per sfociare in inaspettati episodi synth pop con una orecchiabilità quasi “radio-friendly” (per dirne uno, “Overtime” è uno di quei brani che ci si può ritrovare a canticchiare da un momento all’altro senza accorgersene). La ricetta è quella sopra richiamata, è un disco del 2023 che potrebbe essere uscito quarant’anni fa: per un appassionato del genere potrebbe essere come ascoltare per la prima volta uno dei suoi album preferiti dell’epoca.