HIS CLANCYNESS, Isolation Culture
La scorsa estate ci occupammo dell’assaggio di questo disco, il 7’’ Pale Fear / Coming Up Empty, e notammo tutta una serie di suggestioni che questa nuova uscita conferma. La band di Jonathan Clancy continua con grande determinazione a rendersi visibile nell’enorme bacino indie (sia di casa nostra, che europeo, vengono pure da una serie di date all’estero…), con la consapevolezza di chi sa quello che fa e di come lo fa. In primis si nota una scrittura efficace, solo all’apparenza semplice, accompagnata da arrangiamenti che hanno un timbro riconoscibile, una visione, e di questi tempi non è cosa da poco. Un po’ tutto l’album è espressione viva e senza troppi fronzoli stilistici di come si può concepire oggi la forma canzone senza stare a scimmiottare la band o l’idolo di turno. Nel suo insieme Isolation Culture mostra una ricercata omogeneità, in certi frangenti pure troppo evidente (si ascolti la velocizzata “Only One” in chiusura, che ha un modello wave piuttosto chiaro), ma il più delle volte la sensazione è di livida freschezza, penso all’apertura mortifera di “Uranium”, per non dire della diretta e già apprezzata “Pale Fear” o della melodia crescente di “Impulse”. Senza dilungarsi oltre: promossi.