HIGH VIS, Guided Tour
Formatisi nel 2016 a Londra, gli High Vis arrivano al loro terzo album, Guided Tour. Con gli undici brani nuovi, Graham Sayle (voce), Edward ‘Ski’ Harper (batteria), Jack Muncaster (basso), Martin MacNamara (chitarra) e Rob Hammaren (chitarra) propongono, a detta loro, un mix tra hardcore, brit pop e madchester. Sicuramente il loro passato hardcore è ben presente in pezzi come “Drop Me Out”, “Fill The Gap” o “Mob DLA”, che per atmosfera generale e cantato mi ricordano in qualche modo i Fugazi (una caratteristica che di questi pezzi può essere un punto di forza, ma che in frangenti più “indie” a un primo ascolto forse farà storcere un po’ il naso). In ogni caso, la bravura si sente e penso che aiuti non poco il fatto di avere musicisti provenienti da Dirty Money, Tremors, City Dweller, Reflect e Shame, sia dal punto di vista dell’esperienza che da quello delle influenze da diversi generi musicali. Riguardo il tema generale del disco, il cantante dice: “Tutti si danno da fare, tutti lavorano tutto il tempo, e la loro idea di rilassarsi è semplicemente sballarsi ed evitare la realtà. Questo album è una fuga da tutto ciò”. Sicuramente è un album da ascoltare più volte per apprezzarlo appieno, addentrandosi pian piano nel suono della band per scoprire di apprezzarlo ogni volta di più. Ad esempio, “Mind’s A Lie” potrebbe sembrare un azzardo con la sua partenza dance (le voci femminili che sembrano campionate coniugate con il cantato incazzato), ma questo è proprio il punto di forza degli High Vis: unire mondi differenti trovando una loro credibilità.