HIEROPHANT, Mass Grave

Che qualcosa sia cambiato in casa Hierophant si comprende già solo guardando l’artwork di questo nuovo album, dominato dal colore al posto dell’ormai usuale bianco e nero e con un taglio che non può non rimandare al tipico immaginario death metal. La stessa sensazione di un ulteriore avvicinamento ai lidi death, a discapito della componente hardcore, si avverte durante l’ascolto di Mass Grave, un affresco violento e oscuro sull’attuale società, con l’umanità in corsa verso il proprio annientamento. Ecco, se dobbiamo trovare un aggancio alle radici della band, si deve guardare a questi aspetti ideologici e all’attitudine che resta comunque quella schietta e diretta di chi è distante dalla ricerca di soluzioni arzigogolate o inutili barocchismi. Mass Grave, infatti, è pura furia iconoclasta, magari stemperata dall’utilizzo di rallentamenti e groove idonei a preparare l’assalto successivo, un ariete lanciato contro le mura del castello e pronto a colpire con forza le pesanti porte della città. Ci troviamo di fronte al perfezionamento di quanto già intrapreso col precedente Peste, uno spostamento di equilibri interni aiutato dal nuovo assetto della line up e dalla conseguente riduzione dei ranghi, a dare più coesione e compattezza al tutto. Non male per una band che si trova oggi nelle fila della Season Of Mist e ripaga la fiducia accordata con il suo lavoro più completo e organico. L’alternarsi di spesse coltri di oscurità e squarci da cui sembra quasi di veder filtrare la luce dona profondità al risultato finale, ma si tratta solo di bagliori distanti, semplici lampi che preannunciano la tempesta, perché di tempo per tirare il fiato e rilassarsi qui dentro ce n’è davvero poco: piuttosto, la sensazione che domina l’intero ascolto è l’insicurezza dell’animale braccato durante una battuta di caccia. Se i tempi del debutto sono ormai distanti e si comprende la ragione del passaggio da una label hardcore come la Bridge Nine alla Season of Mist, il tutto appare altresì come un processo naturale che non ha mai subito veri e propri contraccolpi ma ha accompagnato la formazione lungo tutta la sua storia. Conciso, dritto al punto e ricco di colpi di scena.

Tracklist

01. Hymn of Perdition
02. Execution of Mankind
03. Forever Crucified
04. Mass Grave
05. Crematorium
06. In Decay
07. Sentenced to Death
08. The Great Hoax
09. Trauma
10. Eternal Void