HIC-UP, Fuchsia Fever

Prendi due musicisti brasiliani, un’italiana e un libanese, li fai incontrare a Berlino, battezzi il progetto col nome del singhiozzo e lo titoli Fuchsia Fever, una febbre fucsia. Già potrebbe bastare così, ma c’è molto di più nel mondo creato dall’incontro fra la flautisa Marina Cyrino, il bassista Tony Elieh, la turntablist JD Zazie ed il chitarrista Matthias Koole. C’è un concerto al Morphine Raum di Rabih Beaini, che si occupa di registrare flebili frequenze a basse intensità connesse fra loro come se fossero colori che si uniscono sopra a un foglio umido, creando combinazioni sempre nuove senza sovrastarsi. “Hyperpyrexia”, la prima traccia, è la febbre alta, quella che, dopo una fase di indebolimento, porta a sudori grondanti, spossatezza, perdita del baricentro. No, non sono i 37.5 gradi centigradi in grado di distruggere un corpo maschile, qui siamo oltre i 40 gradi, roba da prendere con le pinze. Si esprime in maniera orizzontale, senza picchi ma con una sensazione di florido smarrimento a bassa intensità, una suite libera che a tratti mi ha riportato all’atmosfera di Between 13 & 16 degli splendidi Bron y Aur, milanesi aperti nel tempo che fu. Ma qui viene meno qualsiasi elemento rock che caratterizzava l’incontro di quel tempo con il mondo free, utilizzando invece glitch e ritmiche che riportano ad un’elettronica colorata, fra Scratch Pet Land e certe aperture cosmiche che sembrano allargarsi da Berlino fino alla Baviera di fine anni ’60. In “Hypnopompia”, fase che dal sonno ci riporta verso il risveglio, le corde di Tony si ergono vibrando, quasi un nucleo attorno al quale si inerpicano suoni e vita in fibrillazione prima che prendano il volo da soli, particelle aere tenute insieme da una sorta di campo elettrostatico. Il mondo animale si prende il suo spazio e ci parla di brughiere e di foreste, ricordandoci la copertina di 20 Jazz Funk Greats dei Throbbing Gristle alzandone la temperatura di qualche grado in una torrida estate. I consigli sono sempre quelli: rimanete all’ombra, evitate le ore più calde, alzate pure il volume e godetevi questo risveglio. Dopo il febbrone ne uscirete più alzi e rinfrancati.