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HHY & THE MACUMBAS, Beheaded Totem

HHY & THE MACUMBAS, Beheaded Totem

Jonathan Uliel Saldanha, portoghese, dice di aver iniziato a fare musica nei Novanta, di aver imparato a suonare il tabla, di avere una passione per la musica classica indiana e di aver ascoltato molto dub e l’ultimo Coltrane. Queste affermazioni dovrebbero già essere sufficienti per arrivare preparati all’ascolto di Beheaded Totem.

Attivo su più fronti, non solo musicali, col soprannome HHY ha messo su il progetto HHY & The Macumbas, in cui lui si occupa della parte elettronica e interagisce con una formazione costituita da quattro percussionisti e altri due musicisti ai fiati. Con l’umiltà che caratterizza certi artisti, sul suo sito specifica che coi Macumbas suona cybernetic voodoo dub, qualcosa che forse nemmeno Metal Hammer avrebbe il coraggio di scrivere* per far capire che costruisce pezzi basati su poliritmi ipnotici e ottoni trasfigurati ed espansi all’infinito per cambiare la percezione che chi ascolta ha del tempo, circondati da atmosfere elettroniche soft e sempre lisergiche. Non a caso, è finito su House Of Mythology, a tenere compagnia a maestri delle reiterazioni, del drone e della psichedelia come gli Stargazer’s Assistant e i Teleplasmiste. Grazie all’assetto piuttosto insolito dei Macumbas, il gioco è fatto quasi subito: Saldanha ti incuriosisce perché vuoi vedere dove andrà a parare e, nello stesso momento in cui stai al gioco, sviluppi una dipendenza grave per il suo sound. Lo si capisce sin dall’iniziale “The Wilderness Of Glass”, non a caso scelta come anticipazione del disco: tribale e ossessiva, col suono degli ottoni esteso quasi sino allo strappo. E più o meno, ma senza mai annoiare, il seguito del disco gira intorno a queste idee : una bomba la seconda parte di “Danbala Propaganda”, mentre è potenzialmente da club – nonostante il titolo – “Deep Sleep Routine”, e non dimentichiamo “Swisid Mekazine Rejiman”, che sembra una rilettura storta – ma altrettanto efficace – della stessa “Danbala Propaganda”.

* chi cazzo non vorrebbe essere in una band di cybernetic voodoo metal, ad esempio? Un incrocio tra Fear Factory e Sepultura, una roba molto Roadrunner dei tempi d’oro. Avrei un po’ paura del look, ma a parte quello…