HEXIS, X
I tre brani che compongono l’ep X sono gli stessi che aprono l’album XI, oltre questo davvero poco è dato di sapere sul singolo uscito in vinile e coprodotto da cinque label sparse per il globo, così come sul suo ruolo all’interno della discografia della band. Il tutto, perfettamente in linea con l’alone di mistero che circonda l’intera vicenda degli interessanti Hexis, formazione danese di cui è certo solo l’essere poco incline a dilungarsi in note biografiche o informazioni sul loro operato. Ciò che conta, piuttosto, è che il vinile contiene tre solidi esempi di postcore dilaniato e dissezionato allo stremo, intriso di umori black metal, tagliente come il miglior noise, persino capace di sfiorare l’universo drone, il che fa di queste tre tracce una vera festa per chi si ciba di sonorità esasperate e non ha particolari predilezioni di genere o pregiudizi di sorta. Si potrebbero tirare in ballo formazioni quali Celeste e The Secret, ma si farebbe un torto agli Hexis, proprio per la ricerca di una declinazione autonoma per quanto concerne le attuali contaminazioni in ambito estremo, un percorso in fieri che presenta già vari spunti degni di nota e alcune particolarità atte a renderne lo stile, se non certamente unico, quanto meno personale. Il tutto brucia in una manciata di minuti e lascia in bocca la voglia di ascoltare altro, il che potrebbe dare a questo 7” il valore di un appetizer per incuriosire l’ascoltatore e spingerlo a gettarsi senza rete sul più corposo XI. Così fosse, il risultato non potrebbe che definirsi raggiunto in pieno, vuoi perché in fondo questi brani rappresentano un’interessante mix di tutto ciò che di più stimolante colpisce le nostre orecchie ultimamente, vuoi per l’oggettiva abilità nello scrivere tracce efficaci e ben congegnate. Insomma, gli ingredienti ci sono tutti, non resta che rimanere in ascolto.