HENRIK MEIERKORD, Geschichten
Geschichten, storie. Storie di due paesi, Svezia e Germania, visti con gli occhi di un bambino e della sua famiglia. Ricordi, flashback, diversità tra un medesimo ceppo familiare incastonato in due nazioni così differenti. Henrik Meierkord parte da queste storie e da questi ricordi, parte dalla Svezia degli anni Settanta che lo ha visto crescere, parte da suo padre, un ragazzino alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Parte dalla Svezia attuale, scossa dai conflitti mondiali e che nel 2021 aveva all’incirca il 20% della sua popolazione nata all’estero ed ivi immigrata. Come toccare il ricordo di un dolore, cercando di serbarlo nella maniera più pura e più onesta?
Henrik è un violoncellista che negli anni ha ampliato il bagaglio di strumenti, utlizzando nelle sue composizioni viole, contrabbassi e chitarre da lui stesso suonate. Seele Heimat, la casa dell’anima. Heimat come la mastodontica serie tv di Edgar Reitz, quindi patria, quindi famiglia, quindi crescita ed elaborazione. Le note di questo primo brano appaiano lunghe e sacrali, come a dipingere un clima d’antan a supportare un racconto fosco e colmo di vita. Minimalismo aereo, che si slancia e riesce ad avvolgerci, calandoci perfettamente nell’opera. Sono ricordi ventosi, da una parte sbiaditi e colorati con quei toni caratteristici di quell’epoca, virata su tenui giallo arancioni. Un vento continuo, come quello di Verlangen, che sembra spazzare le strade dell’infanzia, rischiarando il percorso familiare che lo ha portato all’oggi. Henrik non cerca una dinamicità nei suoi brani, sembra voglia lasciarli fluire come elementi naturali, aggiungendo però delle note quasi in maniera inconscia a toccare questa o quella situazione, solleticando così le sinapsi all’ascolto. Automaticamente cadiamo nel suo gioco: consapevoli di non sapere, fino in fondo, cosa abbia passato o cosa cerchi di comunicarci, siamo pronti a seguirlo, riconoscendogli una maestria in questo. In Geschichten si sente un ritmo alzarsi ed ispessirsi, un groove che ci porta al centro del’azione, in Manie invece rimaniamo nel turbinio esterno, girando intorno al nocciolo delle questioni. Con il passare dei brani restiamo coinvolti e spettatori inconsapevoli di parte di una storia, oscura, drammatica e insieme bellissima. La storia di Henrik, della famiglia Meierkord: una storia che potremmo credere sia stata scritta anche per noi e questo pensiero ci rasserena e ci fortifica.