HAVAH / HIS ELECTRO BLUE VOICE, Split
La bolognese Maple Death Records di Jonathan Clancy e Michele Tellarini ha sfornato solo le prime due uscite e già ha fatto drizzare parecchie orecchie in città e in Italia.
Cinque pezzi per la ciurma di Camorani e un drittone di venti minuti per i comaschi His Electro Blue Voice, un disco dove si intrecciano i nomi e il disagio migliore della scena punk/noise italiana.
Vi abbiamo già detto di come gli Havah, in questi anni in cui una fetta di panorama musicale è stata contaminata da un cospicuo ritorno a sonorità wave/Eighties, rimangano una roccia non scalfita di fronte a gruppi noiosi e improbabili, brutte copie dei Joy Division con cantanti bellocci a sostenere la precaria baracca. Se gli assoli ipnotici di chitarra e basso sono ormai una firma (delle filastrocche oscure e vorticanti), rispetto a Durante Un Assedio ci si scrolla dalle spalle un po’ di fuliggine, un po’ di fredda tristezza. “Organizzare L’Odio” resta un pezzo cupo e malinconico, vibrante nelle note, ma “Volto” e “Meno di Metà” danno un respiro più ampio e leggero, e il contrasto tra voce profonda e riff vivaci si consuma sempre meglio. “Gelo” e “Neve, Ovest” ricordano i Diaframma di Siberia, per i titoli come per le chitarre espanse e la voce lontana nel primo, per i sintetizzatori che rimandano a una new wave nostalgica ma concreta nel secondo.
Gli His Electro Blue Voice riprendono a tratti il discorso post lasciato aperto dagli Havah per contaminarlo con un punk dalle distorsioni acide, che si accavallano frenetiche e frammentate in lunghi pattern. Una pausa con una chitarra incerta e sospesa si rivela uno di quei temi che si ripetono all’infinito, seguiti a ruota da una voce aspra, mentre aumenta l’attesa di un’esplosione che non arriverà mai. Il brano scivola tra batteria, altre chitarre, noise e qualche atmosfera dallo spazio, illudere le aspettative è evidentemente quel trucco vincente per rendere i pezzi lunghi delle mine da ascoltare a ripetizione e non dei sassi al collo da interrompere a metà ascolto.
Un’ottima prova per entrambi i giocatori e per una nuova etichetta che ce ne farà ascoltare di belle.
Se il disco vi è piaciuto, vi consigliamo di non perdervi l’Handmade Festival di Guastalla (RE) il 2 giugno prossimo.