HALL OF MIRRORS, When Only Shades Remain
Ho già parlato tanto degli Hall Of Mirrors, anche se sei anni fa: con questo pezzo e quest’altro è possibile ricostruire il loro tragitto finora. L’intervallo ampio tra Altered Nights e When Only Shades Remain è dovuto probabilmente al rallentamento dell’attività di Andrea Marutti (anche la sua Afe Records si è fermata), ma non sorprende che queste due persone, che so essere legate da una solida amicizia, sappiano anche prendersi il loro tempo e semplicemente se ne freghino del resto. Si occupa della pubblicazione Eibon Records: un ritorno a casa, perché Hall Of Mirrors è Amon più Nimh ed è dalle parti di Mauro Berchi che tutto è iniziato. La lunghezza d’onda è la stessa, anche Eibon non ha ansie: niente tweet ogni minuto, niente filmati di trenta secondi in studio, nessuna anticipazione, nessuna foto.
Altered Nights era stato un sabba al quale avevano partecipato alcuni tra i migliori italiani che abitavano quell’area scontornata di volta in volta etichettata come ambient, sperimentale, dark ambient… Questo percorso collettivo (tra l’altro c’erano stati sempre ospiti nella sala degli specchi) si è interrotto, ed è forse un peccato. When Only Shades Remain potrebbe anche chiamarsi When Only Amon and Nimh Remain: la lunghezza delle tracce, il loro respiro (quasi) calmo e (quasi) cosmico e quello stendersi senza alcuna preoccupazione di annoiare sono tutte caratteristiche dei dischi di Andrea Marutti, mentre l’intervento melodico e pensoso della chitarra, forse più frequente rispetto al passato) e l’interferenza più rumorosa sono il marchio di Giuseppe Verticchio (del Nimh “etno” rimane solo il thai gong, profondo e sacrale). Magari questa volta si sono scambiati i ruoli per fregarci tutti, ma è più facile che dopo molto tempo abbiano scelto consciamente di riavviare la macchina e suonare come sanno. Visto che sono rimasti in silenzio per molto tempo, possiedono una loro identità e non hanno nulla da dimostrare, direi che può andar bene così.