HAEMOPHAGUS, Atrocious
Del 2014 avevamo tralasciato pochissime cose, una delle quali è il secondo full length degli Haemophagus. Con una carriera alle spalle ormai decennale, il gruppo siciliano si è fatto ampiamente spazio nell’underground, sfornando split molto degni di attenzione (trai quali segnaliamo quelli con Agathocles, Spiral, Grind Crusher e Repuked) e un primo, notevole lp, Slaves To The Necromancer. I quattro da diverso tempo non abitano più a Palermo (almeno non tutti), ma la distanza sembra non averli fermati, dato che sono riusciti a dare alla luce questa seconda fatica in studio. Atrocious, anzitutto, presenta un sound molto più strutturato, curato e maturo rispetto a quello delle loro precedenti uscite, meno grezzo forse, ma ci sono idee notevoli, che rinnovano la loro proposta musicale. Se poi all’inizio seguivano soprattutto la strada tracciata dai Repulsion, ora la passione per gli anni Settanta (sia in termini musicali, sia cinematografici) emerge in maniera più chiara e convincente, come si evince dalla bellissima intro, che si rifà alle atmosfere dei primi tre film di Dario Argento, dove al posto dei Goblin c’era Morricone a tessere le trame del delirio, o anche dalla title-track, con quel wah wah iniziale di chiara matrice hendrixiana, o ancora da “Ice Cold Prey”. Adesso l’influenza principale sembrano essere sempre di più gli Autopsy, visto che i pezzi sono mediamente più lunghi e strutturati, e si sente che ormai la line-up è definitivamente un quartetto: il contributo del talentuoso Gioele (dentro anche ai Gravesite e alla formazione dal vivo degli Assumption) si fa sentire nelle armonizzazioni e negli assoli, come su “Surgeon Of Immortality (Alfredo Salafia)” e “Naked In The Snow”, strutture difficili da riprodurre con una sola chitarra. Ci sono infine anche dei guest curiosi: Dopi (ex-Machetazo, Bodybag) su “Siege Of The Murderous Beasts”, Uchino dei Coffins su “From The Sunken Citadel” e Dave dei PLF su “Exaltation Of A Dying Victim”.
Ormai gli Haemophagus sono cresciuti a sufficienza per andare – speriamo – lontano, e del resto in questo momento sono all’Inferno Festival in Norvegia, il che non può che renderci felici. La band palermitana è una delle poche a potersi etichettare come “death/grind” rispecchiando al 100% i due generi, in ogni sfumatura possibile. Atrocious esce in cd per la grande Razorback Recordings (Acid Witch, Hooded Menace, Ghoul, Frightmare e tantissimi altri), in lp per la bolognese Iconoclast Records e anche in tape per la Weed Hunter Records.
Non lasciatevelo sfuggire, merita parecchio.