“Gusmini” di Enrico Ruggeri Zambaiti

Quando ho chiesto il permesso a Fabrizio Garau di scrivere un pezzo che andasse oltre rispetto ai normali parametri sonori e musicali di The New Noise l’ho fatto perche sono assolutamente convinto che il suono, fredo e tagliente, possa nascondersi anche in pagine silenti.

Enrico Ruggeri Zambaiti è disegnatore, ideatore e musicista: i più anziani se lo ricorderanno negli Hogwash, altri nel duo Barachetti/Ruggeri, altri ancora nelle sue scorribande solitarie, che hanno dato forma a diverse uscite nell’ambito della musica più sperimentale e trasversale.  Ma se siamo qui oggi lo siamo per parlare di “Gusmini”, il libro.

Gusmini è un personaggio, umano, umbratile (ha due braccia e due gambe ma è nero ed inespressivo, come un’ombra) che si aggira in un mondo, L’Altroquando, in una situazione post-apocalittica, se così volgiamo chiamarla. L’autore e il suo personaggio di conseguenza chiamano il fattaccio La Grande Mazzata. Quel che sorprende è la rappresentazione grafica ed artistica della forma gusminiana e ruggeriana. I disegni sembrano lastre di metallo incise, paesaggi e costruzioni fredde e taglienti, rifinite di migliaia di linee e di forme bizzarre e stralunate.

Quasi un desolato scenario da Dune, se invece che essere rappresentato visivamente da David Lynch o Denis Villeneuve potesse essere ideato nella mente di un solitario e visionario ossessivo compulsivo, maniacale e manuale completista di ogni minima finitura parallela.

Sono letteralmente paesaggi nei quali perdersi e confondersi, accompagnati da brani in prosa che, come correttamente espresso da Luca Barachetti in pagina di prefazione: “… è un non-detto che completa il placido perturbante dei disegni, quella fessura di non-senso che ci capita di vedere, magari solo per un momento”.

Una bizzarria elegamentemente stampata in nero su fantastica carta marrone, per un librino in A5 da conservare e sfogliare gelosamente, al quale è allegato un disegno firmato dall’autore che mozza il fiato riprendendo l’immagine di cpertina e subissandoci di gobbe e linee parallele.

Dopo averne terminato la lettura, mi accorgo che Enrico ha saggiamente previsto un ambiente sonoro di ascolto da abbinare alla lettura, ambiente che mi trovo ad ascoltare e, come nelle congiunture più liete, rispecchia esattamente i suoni emessi dai suoi disegni e dai suoi mondi.

10 brani che ronzano esattamente come le reazioni al vento cosmico dell’Altroquando degli edifici e delle dune da Enrico disegnate: musica fredda, gelida, sibilante e in grado di rinforzare il sentore di alterità aliena che ci troviamo a percorrere cercando il Gusmini fra le pagine. Una scelta che permette di fruire di questo universo a livelli differenti di immersione, lasciandoci credere di avere ancora una scelta al cospetto della vita e del vuoto ridondante di queste pagine.

Immergetevi in questa esperienza e ne tornerete cambiati: non so se meglio o peggio, ma in possesso di una qualità che vi trasformerà da persone che si voltano al sentire di un rumore o di una presenza dietro le spalle a presenza e rumore stesse. Parabola? Esagerazione? Mistero.