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GOLDEN CUP, Futura

Il veneto Luca Massolin è musicista parco, in fondo: come Golden Cup, in circa un decennio, giusto una cinquina di dischi (tra cassette ed lp).

Questo Futura – registrato in Portogallo in diversi anni – ricorda tanto la sua versione di certa repetitive music di scuola minimalista mescolata alle forme più affascinanti della psichedelia odierna, dove tutto torna e tutto è rimasticato per via dell’enorme bacino di suoni da cui attingere. Sostanzialmente Golden Cup pare un’astronave proveniente da Marte, ma che prima s’è fatta un bel giretto nella Germania dei corrieri cosmici, sentire a questo proposito “Futura (Tema)”, solo che Massolin ci aggiunge quella sua vena aliena che fa più “contemporaneo”, e ciò si avverte maggiormente nella strana prova elettro-kosmische de “La Città Di Vetro”, mentre la più articolata e maestosa – quasi un quarto d’ora di durata – “Gli Uomini Di Domani” possiede uno schema melodico che colpisce sin dal primo ascolto. Futura è un album che prova a dimostrare quanto sia complesso e in fin dei conti “romantico” immaginare un avvenire che ci appare sempre più inarrivabile, sfocato all’orizzonte. Non c’è da aspettarsi nulla di buono forse, sembra dirci Golden Cup. Intanto salite sulla sua navicella spaziale e partite con lui, poi dove finirà il viaggio a nessuno è dato saperlo…