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GIULIO STERMIERI, Fort Da

Farfisa e campionatore sono gli unici due strumenti utilizzati da Giulio Stermieri per la creazione di quest’album. Dopo l’ascolto e la presentazione del singolo “Hesychia” la curiosità era moltissima, perché con quel brano mostrava la capacità di trascinarci in un mondo minimale eppure ricchissimo. In questa mezz’ora abbondante ci ritroviamo ad attraversare più mondi confrontandoci con diverse densità, stati di materia e umori. Sembra di vederlo, Giulio, chinato sui suoi marchingegni mentre muove le mani e ondeggia per trovare equilibri e spinte che fanno letteralmente prendere il volo.

“Crepuscular Moths” finisce col più classico degli spippolanenti dopo quasi otto minuti di suono liquido. Del singolo vi abbiamo già parlato, regolatore di equilibrio e bioritmo capace di sintonizzare in maniera delicata e sacrale corpo e anima col suono. Avanzando nel lavoro troviamo anche brani più ambigui ed esotici, come una “Instruction On Forgiveness” in cui Giulio maneggia braci e liquidi derivati da una collosa umidità, in una sorta di dub organistico condensato, sopra al quale le svisate del farfisa ronzano come fastidiosi insetti tropicali. “Surprise Results Of Old Plans” è onesta e fedele al suo titolo, riservandoci continui stimoli che ci fanno strabuzzare gli occhi, unendo videogames, Vincent Price, carillon e una tensione che entusiasma e spaventa allo stesso tempo.

C’è un substrato teso nella musica di Fort Da, che mischiato agli interventi più giocosi stride e ci appare come le creature infantili del film horror che furono, capaci di tutto e senza pressione alcuna. Così Giulio Stermieri, che vaga senza lasciarci comprendere lucidamente cosa voglia trasmetterci, bensì suonando e stimolando direttamente il nostro inconscio, sia esso un “Wide Plain, Desolate Place” o, raggiunta la luce, “The New Holy”. Buone impressioni quindi confermatissime, nome sottolineato ed evidenziato. Ma ora basta ragionare, ci sono ancora 3:08 da ballare, liberi e senza più pensieri.