GINNY, If I’m Not Loving You
Ginny è giovanissima: scrive con quel fuoco dentro, quell’urgenza che tanti di noi hanno conosciuto alla sua età e che è rassicurante, oltre che commovente, ritrovare nelle sei tracce di If I’m Not Loving You, il suo disco di esordio.
La necessità di buttar fuori tutto per elaborarlo al meglio, per vederlo nella sua complessità, si percepisce in ogni nota di questo progetto, che nasce da quel vuoto cosmico chiamato lockdown e germoglia in un 2023 che di sicuro non rassicura noi vecchi, figurarsi le nuove generazioni.
Per raccontarsi in questa incertezza, Ginny costruisce alla chitarra acustica sei miniature che poi, con l’aiuto degli ottimi Paolo Spaccamonti, Marco Milanesio, Federico Marchesano e Dario Bruna, veste di arrangiamenti ricchi ma non pesanti, che ricordano i migliori episodi dei Sodastream e si connotano di un’aura alt-folk in equilibrio fra la Cat Power degli esordi e gli episodi solisti di Adrianne Lenker dei Big Thief.
Gli episodi migliori sono quelli in cui le canzoni respirano di più, gli strumenti hanno il tempo di oscillare in ondate di crescendo e diminuendo e di stratificarsi l’uno sull’altro, supportando una voce già matura e consapevole: è qui che si intravede lo spessore evocativo di questo progetto, destinato a cose importanti se fatto crescere con la dovuta cura.