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GIARDINI DI MIRÒ, Good Luck

Good Luck

Disco di transizione Good Luck, tra quelli che non coincidono, però, con trascuratezza e mediocrità. Cambio della guardia dietro la batteria: Andrea Mancin al posto di Francesco Donadello, presente comunque in sei pezzi su otto, oltre che in qualità di co-produttore. La band ha registrato il disco mentre era in tour, infondendogli l’immediatezza delle situazioni dal vivo e trasformando in punto di forza il poco tempo disponibile. Good Luck, del resto, è una raccolta di canzoni: quasi tutti i pezzi, infatti, riflettono appunto la storica “forma canzone” e hanno la voce, title-track esclusa. Nonostante “l’atmosfera” sia ancora di stampo post-rock, il genere è qualcosa ormai di così interiorizzato che il gruppo ne utilizza le forme come conviene a seconda delle intuizioni stilistiche presenti nei brani. “Rome”, ad esempio, è dark folk che solo nel finale rimanda ai Giardini Di Mirò passati ed è preceduta da episodi che sarebbe lecito definire slowcore. “Spurious Love” vede Stefano Pilia alla chitarra e Angela Baraldi alla voce (già ai cori in “Rome”), “Time On Time” è gommoso e classico indie-rock dilatato in psichedelia umbratile, “There Is A Place” corre lungo strade dreamy assiema a Sara Lov in veste di cantante, “Ride” si aggira ancora in ambiti dark, mentre la conclusiva “Flat Heart Society” è un esangue folk, scheletrico e dal mood oscuro, affine a quello del disco tutto. Good Luck è un po’ l’effetto che farebbe osservare i propri ricordi mentre vengono bruciati, con la consapevolezza di un addio che assale lentamente.

Tracklist

01. Memories
02. Spurious Love
03. Ride
04. There IsA Place
05. Good Luck
06.Rome
07. Time On Time
08. Flat Heart Society