GIANLUCA BECUZZI, The Child And The Abyss
La necessità di scorrere il proprio passato, rileggendolo alla luce dei molti cambiamenti artistici e umani, è il fulcro concettuale di The Child And The Abyss, nuovo lavoro firmato Gianluca Becuzzi. Pur proponendo un ventaglio di pagine – tra le più significative – estrapolate da un’articolata discografia lunga oltre quarant’anni, il lavoro non può definirsi propriamente antologico dal momento che Becuzzi le rilegge e le reinterpreta utilizzando suoni e metodi maggiormente legati alla sua produzione più recente.
Ai seminali Limbo di “Carnalia” e “Red Latex Jesus” e a “Evening Star” del monolitico Black Mantra, Becuzzi accosta intense riletture degli Swans e dei Velvet Underground, rendendo di fatto The Child And The Abyss una scatola dei ricordi in cui passato e presente si mescolano come in un processo osmotico.
Aver adottato un simile approccio ha privato questo lavoro di quel retrogusto autocelebrativo tipico di molte altre operazioni analoghe, restituendo al contempo un’immagine più intima di questo autore. Le tracce, soprattutto quelle più lontane nel tempo, non sono prese di peso dai vecchi master ma Becuzzi ce le racconta nuovamente utilizzando colori e suoni del suo presente, accostandole a “Venus In Furs” e “Children Of God”, gioielli del repertorio di formazioni storiche che hanno indubbiamente plasmato la sua sensibilità musicale.
In fin dei conti, tutti i musicisti sono stati prima di tutto entusiasti ascoltatori di dischi, in un’inversione di ruoli che ricorda da vicino l’essere figli e successivamente genitori. In tale ottica si inserisce la dedica riportata nelle note al disco:
“Dedicated to the memory of my father Gianfranco and my mother Rossana. Forever with me”
Nulla e nessuno si perde davvero per sempre, ma tutto si trasforma.