GIANCARLO TONIUTTI / DEISON / MASSIMO TONIUTTI, Due Scritti Imperfetti

Un contesto sonoro ispido e dai connotati ansiogeni pervade Due Scritti Imperfetti, firmato da Giancarlo Toniutti, Deison e Massimo Toniutti. Attraverso sapienti contrapposizioni di pieni e vuoti, improvvisi accumuli di concretezza materica e altrettante disintegrazioni acustiche si descrive un orizzonte sonoro angusto, foriero di terribili presagi, musicalmente vicino alle avanguardie storiche del primo Novecento in cui per la prima volta le strutture consolidate della borghesia musicale venivano sottoposte a decostruzioni iconoclastiche.

A distanza di oltre un secolo, approcci radicali come quello seguito in Due Scritti Imperfetti provocano ancora un senso di disagio, come testimoniano le atmosfere kafkiane dell’iniziale “L’Insetto Settimanale”. Raggelanti cigolii funerei ci raggiungono letali come apparizioni spettrali a cui siamo del tutto impreparati, conducendo l’ascoltatore verso una deriva allucinata e claustrofobica.

“Aghi Ad Ortografia” è un’ostinata sessione di field-recordings manipolati, assimilabile a un interludio appena prima della soverchiante e conclusiva “Il Resto Dei Vertebrati”. Non sappiamo cosa stiamo osservando ma ne percepiamo l’angoscia: riproduzione seriale di entità biologiche, forse, oppure il frenetico succedersi di ere in cui interi ecosistemi si evolvono per infine svanire del tutto nella notte del tempo. Il destino ultimo delle cose viventi, siano essi primati senzienti, imperscrutabili insetti o amorfi lombrichi.

Nella tellurica fissità dell’ultima traccia non viene in nostro soccorso alcuno struggimento romantico, nessuna melodia elegiaca a cui aggrapparci. Qui è dove finisce ogni idea di musica intesa come consolante panacea. Due Scritti Imperfetti suona come il diario di un uomo di scienza: rigoroso e spietato.

Discutere delle tecniche adottate e dei nastri manipolati è forse superfluo, anche perché l’estetica stessa dei musicisti coinvolti contempla l’accettazione dell’errore e dell’imprevisto, entrambi elementi creativi imprescindibili. A corollario dell’esperienza, l’artwork dal taglio informale e dalle molteplici chiavi di lettura, di cui una potrebbe essere che si tratti della rappresentazione della materia sottoposta a calore e pressione immensi: una schiuma quantica, stato primigenio dell’universo.