GERMAN ARMY, More Bitter Fruit
Un po’ di tempo fa abbiamo avuto modo di intervistare il duo di San Bernardino (sud della California, capoluogo della Contea omonima e – curiosità – sede del primo ristorante McDonald’s della storia), e quello che ne è venuto fuori è il ritratto abbastanza tipico degli odierni fabbricanti di suoni psicotropi: un passato musicale abbastanza incolore, in sostanza insoddisfacente, un lavoro normale in una città definita come “deprimente”, poche possibilità di viaggiare e la conseguente necessità di tirare su un progetto di escapismo musicale. All’interno della corposa discografia dei German Army (solo lo scorso anno nove titoli, compresa una compilation) molti lavori sono infatti improntati a un esotismo – per così dire – salgariano, dettato da necessità e creato a tavolino, eppure onesto.
Si rifà a un immaginario esotico anche More Bitter Fruit, fra i pochi lavori del duo su vinile, pubblicato dall’inglese Discrepant con il mastering a cura di Rashad Becker. Il tema è il golpe avvenuto nel 1954 in Guatemala, uno dei primi colpi di Stato portati a termine con l’apporto esterno degli Stati Uniti e oggetto di un libro, “Bitter Fruit”, pubblicato nel 1982, a cui il titolo del disco si riferisce. In quegli anni i fratelli Dulles, uno segretario di Stato e l’altro direttore della CIA, erano fra i maggiori azionisti della United Fruit Company, azienda minacciata dalle politiche di nazionalizzazione del presidente Arbenz: quest’ultimo fu costretto a lasciare il Paese sostituito dal Colonnello Armas. I German Army raccontano questa pagina di storia poco nota (almeno negli USA, comprensibilmente) servendosi di documenti del governo americano e di interviste ad ex agenti CIA: lo stile è ormai ampiamente riconoscibile, malfermo fra ambient, industrial, drone music e psichedelia sfocata, qui abbinato al tema del golpe tropicale; quindi marce forzate nella vegetazione, ritmiche disgregate, sax su sfondi mossi, dub geneticamente modificati, cinguettii elettrici e cantilene post-punk. More Bitter Fruit può essere considerato abbastanza paradigmatico del modo di far musica dei German Army, per quanto non fra le cose migliori della loro nutrita discografia, né tantomeno fra le più semplici da ascoltare.