GENERATION OF VIPERS, Howl And Filth
La presenza nella line-up di musicisti già attivi con A Storm Of Light e U.S. Christmas non deve trarre in inganno e va presa come una semplice indicazione di massima sulle coordinate seguite dai Generation Of Vipers, perché il sound di Howl And Filth appare da subito ben più crudo e violento di quello proposto dai due nomi citati. Si ha a che fare, infatti, con una sorta di post-metal compresso, immerso nello sludge e squarciato da improvvise aperture, senza che per questo venga davvero meno la claustrofobia e il disco si tolga la sua pesante cappa di oscurità. La voce sembra affogare tra le onde sonore e fatica per emergere in superficie, un particolare evidente sin da subito con “Ritual”, durante la quale il fragore prodotto dalle chitarre e dalla sezione ritmica devastante rende pressoché nulla la sua azione, trasformandola piuttosto in una specie di urlo disperato perso nei marosi. La pozione mefitica, ora incessante ora rallentata all’esasperazione, cigola e si contorce come un relitto che si dibatte e rende in qualche modo possibile il rimando al debutto degli A Storm Of Light, pervaso però da una scarica crust e privato di ogni bellezza formale, di ogni afflato estetico. Con “All Of This Is Mine” cala all’improvviso una quiete sinistra e lo scenario si fa desolato, poche note ripetute su un tappeto di suoni spettrali e una breve pausa prima che riprendano le ostilità, per quello che si impone come uno dei lavori più feroci e nichilisti dell’ultimo periodo, una cruda dichiarazione di guerra a ogni velleità edonistica o leziosità di sorta. Howl And Filth emerge come un dito medio dal maelström, pur riuscendo a sfuggire la trappola del nichilismo fine a se stesso grazie a una scrittura varia e dinamica. Una piccola leccornia per amanti dei sapori forti.
Tracklist
01. Ritual
02. Silent Shroud
03. All Of This Is Mine
04. Eternal
05. Slow Burn
06. The Misery Coil