GEHENNA, Negotium Perambulans In Tenebris
Come un improvviso pugno in faccia, per di più di quelli che non dimentichi tanto facilmente. Così potremmo definire la ristampa, a cura di A389 Recordings (Integrity e Eyehategod nel suo catalogo), dei californiani Gehenna, un ensemble che agita l’underground statunitense da ormai vent’anni, da non confondere con gli omonimi ed altrettanto minacciosi norvegesi. Il “buio” visto da un’ottica malata, contorta, dove il metalcore più cazzuto (Snapcase) si ibrida in febbri quasi black metal, come se i Mayhem fossero cacciati a forza dalla loro buia cantina. Terribile e violentissima la musica dei ragazzi (“Crush Opposition” sembra uscita dalla mente di uno schizofrenico) e debitrice tanto di hardcore (la cover della finale “Yes Ma’am”, pezzo dei primissimi D.R.I., lo dimostra) quanto di noise-punk di marca Unsane (tutto il disco è venato di foga strappa-budella, perciò siete avvisati…). I Gehenna fanno andare d’amore e d’accordo metallari e patiti del punk, questo per ribadire come la cultura yankee sia ancora capace di inglobare linguaggi diversi senza il timore che questo atteggiamento venga scambiato come un furbetto rimestare tra i generi: “Choking Sands” è spirito ed espressione di un “diabolus in musica” permanente. Dato che qui i ragazzi erano all’inizio della loro carriera e promettevano bene, il risultato assume maggior valore. Li avrei visti bene anche nella OST di “Gummo”, avrebbero fatto un figurone. Consigliati, ovvio.