Gabriel “Negru” Mafa

Sono entrato come promoter in code666 nel 2000 dopo essermi occupato per un periodo della webzine collegata al sito dell’etichetta, un’esperienza che mi ha lasciato molto e soprattutto mi ha permesso di entrare in contatto con alcuni musicisti straordinari, tra i quali Gabriel Mafa (al tempo per me solo Negru) dei Negură Bunget. Durante la mia permanenza in code666 la band ha pubblicato ‘N Crugu Bradului, a tutti gli effetti l’album che me l’ha fatta scoprire e mi ha permesso di avere uno sguardo privilegiato sull’immaginario e sulla visione di Mafa, da sempre fortemente permeati dall’amore per la sua terra e le sue tradizioni. Ciò che ricordo è come il fungere da tramite con i media, con la possibilità di leggere ogni loro intervista e spiegazione, non facesse che alimentare con nuovi elementi la mia passione per quei suoni dalle radici saldamente aggrappate alla scena black metal eppure già forti di una personalità e di una cifra unica che in seguito avrebbe portato la formazione a realizzare l’imprescindibile OM e a calcare il palco di un festival come il Roadburn.

Finita la mia esperienza con la code666, sono sempre rimasto in contatto con Negru, ho continuato a comprare i dischi dei Negură Bunget e a recensirli per le varie webzine in cui ho militato, senza perdere occasione per sottoporre il musicista a lunghe e approfondite interviste che mi permettessero di entrare sempre più nel suo mondo e nella sua visione artistica, portata avanti con compagni di viaggio differenti dopo la separazione dai suoi due compagni originari Sol Faur e Hupogrammos (in seguito con Dordeduh e Sunset On The 12th House). Caso più unico che raro per quanto mi riguarda, sono diventato un collezionista delle edizioni limitate dei vari dischi, affascinato dalla cura con cui venivano assemblate in modo totalmente autoprodotto e personale, come le confezioni in legno di Vîrstele Pămîntului e TĂU, ma anche delle edizioni estese come il triplo box che racchiude le prime uscite, il doppio vinile di Vîrstele Pămîntului o gli artbook di TĂU e ZI, in cui la musica viene accompagnata dalle fotografie e dai testi di Mafa.

 

Unica cosa che mancava ancora era la conoscenza personale, visto che non ci eravamo mai incontrati e i nostri molteplici contatti erano avvenuti sempre e solo tramite pc o lettera. Per questo, la data ospitata dal Glue-Lab di Ancona si è trasformata in una sorta di riunione di famiglia, con tanto di foto, abbracci e chiacchiere in libertà, ma soprattutto un concerto che ricorderò a lungo per l’intensità e la passione che ha saputo trasmettere ai presenti, grazie anche a una line-up che finalmente dava l’impressione di essere stabile e con la giusta coesione interna. In seguito ci siamo incontrati una seconda volta – purtroppo anche l’ultima –  e anche quest’occasione ha confermato l’impressione di affabilità, disponibilità e contagiosa passione che Gabriel mi aveva trasmesso durante i molti anni di conoscenza a distanza e nel nostro primo incontro. Nel tempo ho avuto occasione di conoscere molti musicisti, con alcuni sono diventato amico, altri mi hanno profondamente deluso sul piano umano, alcuni li ho sempre osservati a distanza e con ammirazione, altri ancora mi hanno incuriosito per un breve periodo ma alla lunga hanno perso mordente. Gabriel “Negru” Mafa, al contrario, mi ha reso partecipe di un viaggio che, tra alti e bassi, abbandoni e nuovi sodali, ha lasciato un segno profondo grazie alla complessità del disegno generale, un progetto in grado di coinvolgere musica, fotografia, video, storia, folklore, sociologia e molto altro ancora.

Purtroppo Gabriel se n’è andato prima di potermi mostrare la parte conclusiva della sua trilogia sulla Transilvania, il suo progetto più ambizioso e coraggioso, un vero e proprio viaggio nel cuore della sua amata terra e delle sue tradizioni. Non so se avesse già composto la terza parte o, almeno, avesse cominciato ad abbozzarne struttura, di certo è venuta a mancare una delle personalità più interessanti e sfaccettate in cui mi sia mai capitato di imbattermi in tanti anni di militanza nella scena musicale, una di quelle figure in grado di unire passione e carisma, umanità e totale dedizione all’arte, soprattutto un amico. Buon viaggio Negru.