GAB DE LA VEGA, Beyond Space And Time
Gab De La Vega si è conquistato, disco dopo disco, un suo spazio personale all’interno dei molti progetti che vedono membri di band hardcore punk cercare una propria via più intima alla formula della one man band, inutile snocciolare i molti nomi di cui ci siamo occupati negli anni e di quella che inizialmente sembrava una cosa per pochi sia in realtà diventata una scena ben nutrita e oltremodo variegata, oltretutto capace di esprimere album di spessore e sovente capaci di oltrepassare lo steccato della nicchia di appartenenza per contagiare anche il pubblico esterno. Così, dal blues al cantautorato, dal folk alle pulsioni crooner, dall’americana alla tradizione irlandese, si è aperta una rosa di sfumature e sensibilità molto ricca. Questo finora anche il percorso di Gab De La Vega, che attraverso i suoi precedenti lavori e a partire dal singolo Death On The Shelf ha saputo far tesoro dell’esperienza con gli Smashrooms per costruirsi una strada ricca di soddisfazioni e ormai ben avviata. Sarebbe stato facile, per questo, continuare a battere territori sicuri e proseguire con un nuovo disco che riprendesse gli spunti e le intuizioni contenute nei precedenti Never Look Back e Songs Of Existence, tanto facile che il musicista ha deciso di rimescolare ancora una volta le carte e ritornare all’inizio, ovverosia all’avere un’intera band ad accompagnarlo nel mettere in musica le sue visioni. Di certo questo nuovo assetto gli permette di ampliare la gamma di sonorità messe in campo, così da creare un album che mantiene inalterato un tratto ormai distinguibile ma lo immerge all’interno di differenti linguaggi e declinazioni, siano esse il folk o l’americana, ma anche certe sfumature british o strizzate d’occhio ad un andamento più rock e radiofonico (in senso positivo). In un brano, quel “Perfect Texture” da cui è tratto il video con la famosa DeLorean di Ritorno Al Futuro, lascia entrare nel suo mondo persino il violino di Nicola Manzan (Bologna Violenta) e arricchisce ulteriormente il menù di Beyond Space And Time, disco che alterna al suo interno umori e stili eppure non è disorganico o frammentario, visto che la voce e la penna del cantante/chitarrista sono ormai facilmente intuibili anche quando gioca a prendere di sorpresa l’ascoltatore. Nel presentarlo, l’autore ribadisce anche l’attenzione da sempre dimostrata ai concetti espressi e ai testi dei brani, un aspetto non secondario nell’economia del tutto, con un occhio particolare alla sempre più tenue distinzione tra realtà e finzione legata alla superficialità e velocità con cui affrontiamo i rapporti umani anche grazie ai social. Noi continuiamo ad apprezzare e ritenerci soddisfatti anche in questa versione ampliata, con la curiosità di vederlo in tour con i compagni di viaggio che lo affiancheranno nelle date full band, ovvero Simone Piccinelli (Plan De Fuga, Paletti, Moon in June), Giorgio Marcelli (Moon in June, Monk) e Marco Cellini (The Smashrooms).