FUNERARY CALL, Fragments From The Aethyr
Se Krzysztof Penderecki avesse ascoltato la roba Cold Meat Industry, non è da escludere che avrebbe provato a fare qualcosa nello stile “Libation”, da Fragments From The Aethyr.
Harlow MacFarlane è l’uomo dietro Funerary Call, ma i fan dell’etichetta inglese Cold Spring lo ricorderanno col moniker Sistrenatus, attraverso il quale ha pubblicato dischi che spaziavano tra death industrial, dark ambient e power noise, senza mai diventare però il preferito di critica o pubblico, almeno dalle nostre parti. Qui si sente anzitutto la collaborazione col violinista Lashen Orendorff, che lo avvicina a uno dei beniamini di Crucial Blast: Gnaw Their Tongues. In entrambi i casi, infatti, il violino viene utilizzato in una maniera che sta a metà strada tra colonna sonora thriller/horror e avanguardie classiche, solo che nel caso del progetto di Mories questo è uno dei mille campionamenti disorientanti di un pezzo, mentre MacFarlane ricorre a uno strumento vero e sembra dargli più centralità. Il discorso riguarda i primi due episodi del disco, dato che nel terzo e ultimo (“Transference From The Void”) questa strada viene abbandonata e sono voci d’oltretomba a costituire l’elemento pauroso e calamitante, per uno strano mix che potrebbe ricordare certe cose degli Mz.412 o di Tele S. Therion (quindi Nature Unveiled di Current93). Come nel caso di Sistrenatus, MacFarlane riesce magari a impattare su chi ascolta, ma – pur non conoscendo in lungo e in largo la sua discografia – pare un po’ che arrivi sempre per secondo su certi suoni. Inoltre, quest’anno ha pubblicato anche Nightside Emanations per Malignant, dove sembra muoversi lungo i territori black ambient di “Transference From The Void”. Forse dovrebbe concentrarsi su di una sola cosa e da lì sviluppare un discorso al cento per cento personale. Fragments From The Aethyr, comunque, non è affatto male.