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FREDERIKKE HOFFMEIER (PUCE MARY), The Girl With The Needle

“The Girl with the Needle”, regia di Magnus von Horn, in lizza per l’Oscar 2025 come miglior film straniero, ha uno score geniale composto da Frederikke Hoffmeier (Copenaghen, 1989), in arte Puce Mary, che con un’inquietante quanto bellissima serie di composizioni realizza musica di assoluto valore, ben oltre il merito specifico di impreziosire questa visionaria coproduzione danese-polacca, sorta di collegamento tra i primi lungometraggi di David Lynch e l’ultimo Lars Von Trier.

Distribuito su Mubi, il film ha un inizio fulminante con una clamorosa sequenza di volti trasfigurati e sin da subito si apprezzano strane, atipiche melodie che enfatizzano il quadro doloroso delle immagini: l’incipit “Stuck, Faces” è seguita dall’aria sognante di “Karoline’s Theme”, che a lungo rimane in testa, tornando più volte sotto forma di incubo. L’interazione fra immagini e musica è di rara efficacia: Hoffmeier, che qui si è messa in relazione con un’estetica sofisticata (il contrastato bianco e nero, il surrealismo storico di Man Ray e contemporaneo di “Eraserhead”, i ritratti di Francis Bacon), si rivela compositrice a tutto tondo, tanto eclettica quanto unica. Insomma, la trama sonora composta per l’ensemble formato da Astrid Söderholm al violoncello e contrabbasso, Xian Yeoh ad arpa e dulcimer, e Nina S. ai fiati, è di sorprendente qualità, come hanno riconosciuto anche gli European Film Awards.

Sempre a livello di interazione tra visione e ascolto, fenomenale è un pezzo come “Ether Hallucinations”, che racconta il consumo delle droghe del tempo (siamo negli anni successivi alla Grande Guerra) sostanze di cui le protagoniste sono dipendenti, anche se il cuore dell’album è “Dagmar’s Enigma”, una vera sinfonia in miniatura dove la capacità compositiva e timbrica si fa davvero compiuta, consegnandoci una peculiare stratificazione sonora fra strumenti acustici e dinamiche digitali. Il noise tormentato di “Peter’s Downard Spiral” e “Coming Down” sono pura Puce Mary come l’abbiamo conosciuta, anche in relazione al catalogo Coil e in particolare all’esperienza condivisa di recente con Drew McDowall. L’epilogo coi sei minuti di “Seagulls”, dalla melodia ampia e stratificata, offre a chi l’ha seguita in questo affascinante viaggio sonoro un barlume di speranza, ma che ci sia del marcio in Danimarca è palese.

Dopo la OST di “Kod&Blod” del 2020, “The Girl with the Needle” finisce per essere non solo l’album più maturo e riuscito (“Stuck” del 2022 ne era il preludio) di Hoffmeier, ma anche la sua definitiva consacrazione nell’olimpo dei grandi autori contemporanei. Da ascoltare ad alto volume.

Nota a margine: a vincere l’Oscar per la migliore colonna sonora è stata l’opera di un altro esponente di rilievo della nuova scena sperimentale, quel Daniel Blumberg che al CTM del 2023 fece un live in solo fra i più estremi/masochisti mai visti. Domanda: stiamo diventando mainstream?