FRANK ROSALY, Centering And Displacement
Il quasi quarantenne Francisco Javier Rosaly Amoros Rosello è un batterista che appartiene alla scena sperimentale e impro di Chicago e arriva da queste parti grazie al lavoro di Utech Records, che da sempre tiene un piede anche in ambito jazz. Frank ha una preparazione accademica, ma scrive di non trovarsi bene in certi contesti, guida un sestetto e un quintetto, poi – dato che bazzica per determinati giri – vanta una miriade di collaborazioni: è finito a suonare con gente come Brötzmann o Vandermark, ma – sempre dal vivo – pure con Fennesz, il che forse può sorprendere. Rosaly, invece, re-inventa e arricchisce le sue improvvisazioni proprio grazie all’elettronica: così, in grossa sintesi, è nato Centering And Displacement.
Come spesso mi succede con questo (non) genere, riesco a percorrere con Frank solo alcuni tratti di strada, vuoi per l’imprevedibilità, vuoi perché per inquadrarlo avrei bisogno di un armadio coi suoi dischi, vuoi perché non sono io in grado di capire. Diventa come la continua ricerca di una radio sulla quale sintonizzarsi, perché ogni tanto perdo il suo segnale. Alcuni frangenti in cui ci allineiamo: il noise iniziale sposato a percussioni secche e decise potrebbe assomigliare alle parti più lente e strozzate degli Aufgehoben o anche dei Sister Iodine, poi ci sono fasi durante le quali suoni metallici fanno pensare a certe cose di Z’EV, infine roba simile ai loop di synth di Pulse Emitter, che Frank cerca di unire prima alle vibrazioni di piatti e gong e di seguito a uno stile più incalzante (e qui, ad esempio, già allento la presa sul disco).
Centering And Displacement ha momenti buoni, ma serve pazienza.