FRANCK VIGROUX, Barricades
Franck Vigroux, ormai presenza fissa su queste pagine, torna anche quest’anno (a questo giro sull’americana Eroto Tox Decodings, gestita da Xambuca), ma con un disco un po’ più accessibile, ispirato dalle miserie e dalle ingiustizie viste per il mondo durante il suo ultimo tour, infatti le “Barricades” sono proprio a quelle dei rivoluzionari parigini, come a dirci che è necessario in qualche modo reagire.
Il sound caratteristico del francese qui è più ritmato, soprattutto più facile da ascoltare, nonostante rimanga affilato e al solito di una potenza devastante (io e un mio amico l’abbiamo definita “estetica degli schiaffoni”). Pare che a questo giro l’equipaggiamento a disposizione fosse ridotto all’osso e – sempre sotto l’influenza del tour – il desiderio fosse appunto quello di recuperare l’immediatezza di un live. Quando si arriva alla title-track si finisce per pensare che Franck abbia trovato il minimo comune denominatore tra Nine Inch Nails e Pan Sonic, dunque che sia pronto a fare un sacco di soldi, ma forse non è il caso di esagerare: nessuna canzone qui, nessuna band più o meno fittizia, soprattutto la permanenza di alcune tracce del tutto libere e destrutturate che hanno un impatto insostenibile per i non appassionati. Di sicuro, però, fa piacere notare come Vigroux – non un innovatore in senso assoluto, come già scritto – sappia reinventarsi mantenendo la sua impronta, produrre tanti lavori senza però abbassare il proprio standard qualitativo.
Barricades dura poco più di una mezzora, ma ci si diverte.