FRANCISCO MEIRINO, Beyond Repair
Nel tenere il cd tra le mani ho subito pensato a quando acquistavo i dischi dai mailorder negli anni Novanta, grafica cartonata molto simile a quelle dell’epoca e poche informazioni sull’artista, un mondo da scoprire (ora, inutile negarlo, col web si sanno un po’ di cose in più). Beyond Repair trova posto grazie alla nostra Sincope, che continua tenacemente a sondare i terreni più ostici del composito sottobosco europeo e che sembra fare del “rumore” una vera e propria ragione di vita. Il musicista spagnolo proviene da una lunga serie di pubblicazioni (ad inizio carriera si fece conoscere come Phroq) per svariate etichette e in tutti i formati possibili: tra le tante, una recente per Entr’acte col greco Ilios, passando per lo split con Dave Phillips e una cassetta con Musica Moderna di Claudio Rocchetti. Non è uno di primo pelo, insomma, e lo dimostra anche in questo lavoro, composto da undici tracce brevi (e senza titolo) che vanno tutte più o meno verso una sola, e deragliata, direzione (vi bastino l’allarmismo sonoro della sesta traccia, oltre alla decima, terminale e livida). Gli strumenti impiegati sono i soliti per questo campo d’azione: synth modulari, elettronica povera e nastri, e il risultato si può dire che centri in pieno il bersaglio. È una festa per devices all’apparenza fuori controllo (vedi il tramortito pezzo finale), che emettono alieni segnali Morse e curiosi sfarfallii, ma l’insieme in fondo non è poi cosi aggressivo, per la verità. Consigliato ad ascoltatori incalliti di uscite del genere.