FRANCESCO MASSARO & BESTIARIO, Quaderni Di Zoologia Imperfetta
Da subito ascoltare Quaderni Di Zoologia Imperfetta è come entrare in un mondo misterioso, luogo immaginifico di sorprese, drammaturgia di un teatro musicale dove si muovono suoni/personaggi seguendo un’apparente sceneggiatura senza capo né coda, ma che alla fine ti lascia un senso compiuto, una coerenza etica ed estetica, come la voglia di tornarci per godere di qualche dettaglio che ti sei perso. Francesco Massaro gioca su quell’imperfezione, lo scarto che sta tra scienza e mito, verità e leggenda, che gli concede la criptozoologia: lì trova quella libertà, quell’energia che permette al suo Bestiario di muoversi come un organismo vitale.
La formazione è nata nel 2015 sulla spinta progettuale e ideale del compianto Gianni Lenoci, mentore di Massaro. Dopo Bestiario Marino e Meccanismi Di Volo l’indagine sul mondo animale continua, ma è subito evidente che suoni come pretesto, lente d’ingrandimento su una contemporaneità complessa e destabilizzante. Attraverso l’animale probabile, vero o fantastico che sia, si prova ad indagare l’uomo d’oggi in due tracce temporalmente sbilanciate, una lunga, l’altra breve, ma parti di una stessa visione. La strada è quella di una libertà espressiva totale ma con periodici approdi ad isole free dove la formazione si ritrova a condividere collettivi ritmicamente marcati e definiti. I flauti di Mariasole De Pascali, la chitarra elettrica di Adolfo La Volpe, le percussioni di Michele Ciccimarra, immersi nel pulviscolo di un’elettronica coerente con il contesto spaziale, non risultano certo dei comprimari, sviluppano un costante e movimentato accavallarsi di idee-suono ora ancestrali, ora radicali. Massaro con le sue ance è affascinato dall’improvvisazione libera, ama timbri netti, ma esprime anche la necessità di definire il contesto creativo con partiture grafiche, come segni tangibili della poetica della formazione. Emerge a tratti come un fantasma sullo sfondo di Quaderni Di Zoologia Imperfetta la voce del poeta Nazim Comunale, parole che volano via, tornano, ampliano il carattere onirico del lavoro, danno spessore alla stratificazione sonora. In definitiva si potrebbe affermare che la forza di Massaro, della sua filosofia musicale che si muove tra libertà, visioni e i romanticismi di un free ampiamente storicizzato, sia quella della sua inattualità. L’essere fuori dai giochi stilistici, uno spiazzante inclassificabile, un grande merito in un panorama fin troppo rassicurante.