FRANCESCO GIANNICO, L’immagine Di Me, Lontano

“Cambiare Ancora”, la prima traccia del nuovo disco di Francesco Giannico, L’Immagine Di Me, Lontano, è sintomatica, quasi didascalica nel suo romantico raffigurare un flashback.

Un capolettera per farci entrare in un viaggio sonoro a ritroso, fino all’infanzia di Francesco che, come in tutti i ricordi, pare ritoccata o filtrata attraverso lenti immaginarie. Le sonorità sono allo stesso tempo evocative e acide, con una “Anxiety” che tramite un giusto grado di tensione ci accompagna in quelle che sembrano essere le zone buie di situazioni paurose e tese. In un anno e mezzo di lavorazione, tramite fonti sonore di diverso genere e natura, Francesco ha tessuto una storia, la sua storia, con dedizione e trasporto. Un’autobiografia sonora che si abbandona tramite le chitarre allentate della splendida “Un Velo Sui Tuoi Occhi”, a una tacca di distanza soltanto dagli Hungry Ghosts, cinematograficamente sabbiosa e sfatta. Un vero e proprio film senza immagini, romantico e che sembra esplorare ed esaltare un concetto di passato non come memoria storica, ma come racconto amorevole e filiale. Differente da un Henrik Meierkord, per citare una recente produzione che sulla memoria storica e familiare lavora, per una reinterpretazione degli avvenimenti piuttosto che una rievocazione. L’Immagine Di Me, Lontano, è il riconoscersi attraverso i suoni, gli oggetti ed i ninnoli, i tocchi, le sensazioni ed i segnali. È un lavoro giocoforza molto personale, ma che riesce ad aprirsi agli altri come medium, portale attraverso il quale tornare indietro verso quell’episodio ricercato. Musica di supporto, che genera le giuste condizioni per poter operare come Francesco ha fatto. Musica come come la lallazione morettiana in “Ecce Bombo”, a permettere un viaggio, personale e, forse, condiviso.