FOUDRE!, EARTH
Questa è la classica recensione problematica, perché detesto fare il tuttologo, chi legge avanti capirà perché. Siccome appunto non ho competenze su qualsiasi cosa, per iniziare devo appoggiarmi al materiale per la stampa, altra opzione che odio quando scrivo di un disco. Dunque… c’è un regista di Singapore, forse meglio definirlo un video-artista o un artista-e-basta, che si chiama Ho Tzu Nyen. Non ho mai visto e non vedrò mai nulla di suo, diciamocelo chiaramente. Però è famoso e vogliono i suoi lavori in giro per il mondo, anche a Parigi, in questo caso nel contesto di un festival che si chiama ‘Singapour Mon Amour’. C’è EARTH (scritto sempre maiuscolo come a dare importanza, nonostante – cosa incredibile – non si tratti della band di Dylan Carlson), una specie di opera di videoarte che come colori, luci e costumi si ispira a pittori come Caravaggio e Rembrandt (ipotizzo sulla base di quel poco che ho osservato), e che inquadra ed esplora un luogo dove sarebbe successo un non meglio specificato disastro, popolato con una cinquantina di esseri umani stesi per terra, ma ancora vivi.
C’è poi una sorta di supergruppo drone, che si chiama (ironicamente?) Foudre!, composto da gente che conosciamo quasi bene come Frédéric D. Oberland (Oiseaux-Tempête), Romain Barbot e Grégory Buffier (in pratica sono i Saåad), Paul Régimbeau (Mondkopf) e Christine Ott all’Onde Martenot.
La curatrice di ‘Singapour Mon Amour’, Silke Schmickl, che ha tutta la mia invidia per ciò che riesce a fare (è impossibile che questa cosa non sia finanziata con soldi pubblici), decide che EARTH deve avere la colonna sonora live dei Foudre! e che non sarebbe male organizzare il tutto all’interno della chiesa gotica di Saint-Merry a Parigi (con tutto ciò che questo comporta in termini di acustica), il 7 giugno 2015, di fronte a un pubblico silenzioso e disciplinato, che alla fine esploderà in un convintissimo applauso. Per inciso, in passato Ho Tzu Nyen per la sonorizzazione live di questo suo lavoro aveva coinvolto Black To Comm e Oren Ambarchi, dunque pare proprio che EARTH abbia bisogno di un preciso tipo di sound, libero e destrutturato.
Come logico in questo disco c’è una forte componente improvvisativa e spontaneista. Non ho paragoni immediati in termini musicali, ma quanto a orge di synth analogici in questi anni siamo ben messi, dunque di sicuro molti appassionati troveranno collegamenti con progetti del passato e del presente. Per certi aspetti, più come adozione di un principio di fondo che come suono vero e proprio, ho pensato a Domkirke dei Sunn O))) o alla collaborazione tra Mamiffer e Circle, perché qui c’è l’idea di sfruttare anche l’architettura del luogo dove ci si trova (oltre alla sua sacralità), chiamare musicisti e ospiti di talento e vedere se qualche loro scintilla provoca un bell’incendio. A proposito di raggruppare (accostare?) sound artist, mi vengono in mente anche operazioni come quella di Riparbelli con Chthonian Music, album nel quale Pietro coinvolgeva (in una tomba etrusca) un bel po’ di esponenti della galassia dark ambient italiana (e non solo).
Di certo questo dei Foudre! è una specie di tripudio “early electronics” e ha qualche cosa di ascensionale che lo trasforma in un’esperienza quasi mistica, che, come detto, non ridefinisce nulla o non pone nuovi standard, ma è molto potente.